I rapporti tra AstraZeneca – l’azienda farmaceutica che ha sviluppato il vaccino in collaborazione con l’università di Oxford — e l’Ue si fanno sempre più tesi e difficili. Un vero e proprio scontro, quello in corso in queste ore, nato dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’azienda, accusata dall’Ue per gli annunciati ritardi nelle distribuzioni del vaccino.
L’azienda, nei giorni scorsi, aveva annunciato dei ritardi nella distribuzione a causa di alcuni problemi di produzione. All’Italia, ad esempio, entro marzo dovrebbero arrivare la metà delle dosi inizialmente pattuite. Oggi l’azienda ha rifiutato un nuovo meeting con il comitato direttivo dell’Unione, previsto per le 18:30. Secondo il ministro della Salute austriaco, citato da Reuters, l’incontro è stato riprogrammato per giovedì. Secondo fonti dell’Ue citate dall’agenzia Ansa, l’incontro era stato cancellato, ed è stato riprogrammato dopo che l’Unione ha fatto ulteriori pressioni affinché il summit non venisse cancellato.
Nella giornata di oggi, con una intervista pubblicata su alcuni quotidiani europei, l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, aveva fornito le sue spiegazioni sul ritardo annunciato alcuni giorni fa dall’azienda: “con l’Unione Europea siamo stati piuttosto specifici” e “anche noi siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Appena avremo l’approvazione Ema, l’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio – aggiunge -. Di queste, 2,5 circa in Italia”.
Fonti Ue hanno però negato che questo sia corretto. “Se c’è un problema in uno stabilimento in Belgio, per contratto abbiamo capacità in altri stabilimenti in Europa e nel Regno Unito”, ha detto la fonte Ue, secondo quanto riportato dall’agenzia Agi. Bruxelles contesta le dichiarazioni del Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, e chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto. In particolare, le fonti chiariscono che non è previsto che la produzione delle dosi per l’Ue debba essere limitata alla fabbrica in Belgio, ma può avvenire anche nel Regno Unito.
Il contratto tra AstraZeneca e l’Ue, chiuso in agosto, prevede invece 400 milioni di dosi ma — come scritto sopra — l’azienda britannico-svedese ha annunciato venerdì un taglio delle consegne del 60% nel primo trimestre.