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    Ucciso per un paio di cuffie, le parole shock dell’assassino: “Non è stato un granché, mi sentivo vuoto”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 15 Ott. 2024 alle 15:52

    Ucciso per un paio di cuffie, l’assassino: “Non è stato un granché”

    Daniele Rezza, il 19enne che ha ucciso a Rozzano il 31enne Manuel Mastrapasqua per un paio di cuffie dal valore di 15 euro, non ha provato nulla dopo l’omicidio.

    Sono le dichiarazioni shock, riportate dal Corriere della Sera, che il giovane ha rilasciato al giudice Domenico Santoro nel carcere di San Vittore.

    “Mio padre era incredulo: come ci rimani quando pensi che un figlio di 19 anni uccide una persona?” rivela il giovane che poi ha aggiunto: “Ma non ci credeva che avessi ucciso una persona, non riusciva ad accettarlo. Io mi confidavo più con mia madre che con mio padre, però anche lui mi vuole bene”.

    Davanti ai magistrati, poi, il ragazzo ripercorre i momenti in cui ha appreso della morte di Manuel Mastrapasqua: “Al mattino ho aperto Tik Tok e ho visto la notizia di un ragazzo morto a Rozzano e ho pensato che ero stato io, perché la via era quella, il punto era quello”.

    “Quando ho scoperto che il ragazzo era morto non è stato un granché, mi sentivo vuoto. A me dispiace, non conosco la famiglia di questo, ma ho tolto la vita a un cristiano che è figlio di qualcuno. Anche mio padre e mia madre, dargli questa disgrazia… non se lo sarebbero mai aspettato, ti dico la verità”.

    L’assassino ha anche ripercorso gli attimi seguenti l’omicidio: “Io volevo già andare a costituirmi la sera stessa, ma i miei genitori ancora non ci credevano. Io prima di costituirmi volevo salutare i miei amici e far rassegnare i miei genitori che andavo. Sono stato con i miei amici fino all’una o le due di notte, poi sono tornato a casa”.

    Quando ha ucciso il 31enne, Daniele Rezza aveva “bevuto 5-6 drink” e “due bottiglie di vodka nel tardo pomeriggio”. Poi il momento del delitto: “Appena l’ho visto in lontananza mi è partita la decisione di prendergli tutto, tutto quello che aveva. Gli ho direttamente strappato le cuffie che aveva messe dietro la nuca, al collo”.

    Mastrapasqua, però, reagisce: “Non ero molto lucido. Poi arriva l’adrenalina, mi difendo e ho preso il coltello conficcandoglielo sul petto ma l’ho tolto subito e non ho visto il sangue. Ho sentito solo un sospiro, qualcosa. E da lì sarà caduto a terra ma non ci ho fatto caso, perché sono scappato subito”.

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