“Perché a Roma o Milano le persone devono aspettare 55 minuti in più per la corsa rispetto a Parigi o Madrid?”. Lo domanda al Governo il general manager di Uber Italia, Lorenzo Pireddu, che in una lettera aperta critica aspramente la normativa del settore in via di definizione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Da italiani ci siamo rassegnati a code infinite e a non trovare una corsa quando ci serve”, scrive il capo di Uber Italia. “Il nostro Governo sembra però non voler risolvere la situazione, ma addirittura andare nella direzione opposta a quello che serve ai cittadini”.
“Il tempo di attesa medio per una corsa Uber in Europa – sottolinea Pireddu – è di 5 minuti, ma secondo una nuova legge che potrebbe entrare in vigore tra qualche mese il tempo obbligatorio di attesa in Italia per un utente sarà di 60 minuti”.
“Gli italiani – conclude il manager – meritano di più. Meritano di vivere in città meno trafficate e con maggiori, non minori, opzioni di mobilità. La mia domanda, quindi, è molto semplice: dove vogliamo andare?”.
Lettera del numero uno di Uber Italia arriva a pochi giorni dalla sciopero proclamato per il 25 marzo dalle associazioni di categoria degli Ncc (Noleggio con conducente), che hanno anche organizzato un corteo di protesta a Roma.
Nel mirino degli autisti ci sono appunto i decreti ministeriali in lavorazione al Ministero. In particolare, vengono contestate l’introduzione del Registro elettronico nazionale – che impone la registrazione dettagliata dell’itinerario richiesto dal cliente, includendo orari specifici – e la norma che impone un intervallo di un’ora tra un servizio e l’altro e l’obbligo per gli autisti di fare ritorno alla base dopo aver completato un servizio.