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    Toti: “AstraZeneca ai giovani non è un’invenzione delle Regioni. Ministero e Cts chiariscano”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 11 Giu. 2021 alle 10:20 Aggiornato il 11 Giu. 2021 alle 16:20

    La morte della 18enne ligure Camilla Canepa, avvenuta a causa di una trombosi dopo che le era stato somministrato il vaccino anti-Covid Astrazeneca lo scorso 25 maggio durante un open day, sta suscitando una serie di polemiche sulle eventuali responsabilità della regione o degli esperti che hanno autorizzato l’uso del farmaco sui giovani. Il governatore della Liguria Giovanni Toti è intervenuto sulla questione, con un post pubblicato ieri sera sulla sua pagina Facebook. “Oggi è una giornata triste per la Liguria”, si legge nel post. “Piangiamo la giovane Camilla e abbracciamo i suoi genitori che, con sensibilità non scontata, hanno deciso di aiutare altre persone in difficoltà donando i suoi organi. Spero davvero che nessuno voglia usare questo momento terribilmente drammatico per sciacallare su emozioni, dolore e paura”.

    “Ora da Roma si esprimano senza ambiguità”, scrive Toti, “ritengono che aumentare le vaccinazioni, e dunque usare anche AstraZeneca di cui abbiamo milioni di dosi, sia necessario per salvare vite umane? E allora si assumano la responsabilità di dirlo chiaramente, senza mettere sotto accusa chi segue le indicazioni in tal senso. Oppure, si ritiene di fare a meno di AstraZeneca, pur rallentando le vaccinazioni, perché è considerato troppo rischioso? Lo devono dire gli scienziati a Roma, una volta per sempre”. Il presidente della Liguria chiede “responsabilità e chiarezza“, affinché “questa drammatica morte non sia stata vana”.

    Per Toti ora “è il momento della responsabilità: ai medici e agli scienziati spetta stabilire l’eventuale nesso tra il vaccino, altri farmaci assunti e tutte le circostanze che hanno portato a questo terribile evento. Al Ministero della Salute, all’Agenzia del Farmaco, all’Istituto di Sanità, al Comitato tecnico scientifico la responsabilità di dire una parola chiara, definitiva e irreversibile sull‘uso di AstraZeneca. Un siero che ha cambiato almeno cinque volte in tre mesi la sua destinazione: solo sotto i 50 anni, poi sospeso, poi solo sopra i 60, poi per tutti. Sì, perché la possibilità di utilizzare AstraZeneca per tutti su base volontaria non è un’invenzione delle Regioni o di qualche dottor Stranamore: è un suggerimento che arriva dai massimi organi tecnico-scientifici per aumentare il volume di vaccinazioni, e quindi evitare più morti. Perché più corrono veloci i vaccini, più cittadini ricevono in fretta la prima dose, meno persone muoiono”, conclude Toti.

    Leggi anche: AstraZeneca, Bassetti ci ripensa: “Errori di comunicazione, fermare somministrazioni per tutte le fasce d’età”

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