Torino, suicida in carcere e guardie non se ne accorgono: aperta inchiesta
Lo scorso 10 novembre a Torino Roberto Del Gaudio, detenuto per aver ucciso la moglie con un punteruolo ad agosto, è morto suicida nella sua cella nel carcere Lorusso e Cutugno: adesso, però, la procura ha aperto un’inchiesta sul fatto, visto che la ricostruzione e le testimonianze fornite dalle guardie della polizia penitenziaria non hanno convinto del tutto i pm.
Quella sera Del Gaudio, 65 anni, impiegò circa venti minuti a compiere il suo gesto: si impiccò alla finestra utilizzando come cappio i pantaloni del suo pigiama. Nei filmati delle telecamere interne si vede chiaramente il detenuto armeggiare con il cappio improvvisato, cercando di testare la tenuta del nodo prima di appendersi e suicidarsi. Gesti inequivocabili che, secondo gli inquirenti, non potevano sfuggire alle guardie carcerarie, che hanno a loro disposizione dei monitor su cui vedere cosa succede in ogni cella.
A ciò si aggiunga che il detenuto in questione era considerato un soggetto psicotico che, proprio per il timore che provasse a togliersi la vita, era sotto sorveglianza 24 ore su 24. Nel primo periodo di detenzione, la sorveglianza avveniva a vista. Poi si era passati a una vigilanza costante attraverso telecamere a circuito chiuso. Tutti elementi, questi, che rendono improbabile agli occhi degli inquirenti che per venti lunghi minuti le guardie non abbiano mai rivolto la propria attenzione alla cella di Del Gaudio. Salvo poi provare a soccorrere l’uomo quando ormai non c’era nulla da fare.
Ma non è tutto. C’è anche una macabra coincidenza su cui si stanno concentrando le immagini. Nella sera del 10 novembre, proprio mentre Del Gaudio si toglieva la vita nella sua cella, all’Allianz Stadium si stava giocando la partita tra Juventus e Milan. Un match che soprattutto nei minuti finali, quando i bianconeri sono passati in vantaggio con un gol di Dybala, è diventato delicato e ha catalizzato l’attenzione di milioni di tifosi. Il timore – per adesso soltanto un’ipotesi senza alcuna prova – che anche le guardie stessero guardando la partita e che proprio per questo motivo abbiano smesso di guardare il monitor di Del Gaudio c’è.
Quella sera, gli agenti della polizia penitenziaria si giustificarono dicendo che lo schermo che mostrava le immagini della cella del detenuto suicida era rotto. Quel giorno, infatti, sarebbe caduto a terra staccandosi dalla staffa che lo teneva al muro, frantumandosi. Nonostante ciò, nei famosi venti minuti nessuna guardia si è mai affacciata nella cella di Del Gaudio. E visti gli ultimi elementi, i pm Giulia Marchetti e Francesco Pelosi hanno deciso di avviare un’indagine. Seguiti dal ministero della Giustizia, che ha anche disposto un’ispezione nel carcere.