Dramma nella notte nel Torinese: un uomo di 47 anni ha ucciso il figlio di 11 e poi si è tolto la vita a Rivara, nel Canavese.
Il 47enne, operaio in un’azienda meccanica, ha utilizzato una pistola non legalmente detenuta per uccidere il figlio. Poi, con la stessa arma, si è tolto la vita. L’allarme è scattato poco prima delle due. Quando il personale del 118, con l’ausilio dei vigili del fuoco di Rivarolo Canavese, è riuscito ad entrare all’interno dell’abitazione, non ha potuto far altro che constatare quanto accaduto.
Sul caso indagano i carabinieri del comando provinciale di Torino. L’uomo era separato dalla compagna e soffriva di depressione. Prima del gesto avrebbe scritto un lungo post indirizzato alla moglie nel quale annunciava le sue intenzioni e raccontava dei suoi problemi. Prima il mal di schiena che ha compromesso anche l’uso di una gamba e poi la depressione.. “Attacchi di panico, tachicardia, non riuscivo a dormire la notte, avevo spesso ansia. La depressione è una malattia che ti logora internamente, ti devasta giorno per giorno. Ho perso la mia battaglia contro la depressione. Ho perso la fiducia, non ho più voglia di soffrire”.
“Quando abbiamo iniziato a convivere ero l’uomo più felice del mondo, poi é arrivato Andrea, il nostro sogno. Tutto bellissimo fino a quando ho iniziato ad avere problemi di schiena e un danno permanente a una gamba- scrive- Una settimana prima mi avevi chiesto di sposarti ma poi hai iniziato ad allontanarti. Ho rischiato di perdere l’uso delle gambe, da quel momento sono caduto in depressione. Sono stanco dentro, ho la mente distrutta. Sì sono accorti tutti che stavo male, tutti tranne te”.
Poi un appello: “Per tutti quelli che leggeranno questo post chiedo soltanto il silenzio. Abbiate rispetto per i miei genitori e per mia sorella. Mi rivolgo ai bikers: accompagnateci con le Harley, voglio sentire il rombo dei motori e ricordatevi di noi ogni volta che andrete in moto”. “Andrea e il suo papà per sempre insieme”. Si conclude così un lungo post del 47enne.