Riceviamo e pubblichiamo il nuovo appello dei tirocinanti calabresi.
L’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso continua a tenerci con la canna del gas con la promessa di risolvere la nostra vertenza in ottica contrattualizzazione dopo anni e anni di tirocinio presso Enti Pubblici, Privati e Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact) ma ad oggi non si è visto nulla di concreto (Ad oggi ha scritto soltanto due lettere al ministro del lavoro Andrea Orlando senza recarsi personalmente a Roma).
La piaga del precariato in Calabria ha da anni raggiunto radici solide e difficili da estirpare soprattutto se a questa problematica si aggiunge quel totale disinteresse da parte della classe politica locale e non e da parte delle principali istituzioni nel trovare opportune soluzioni. E’ quello che pensano i circa 7.000 tirocinanti calabresi che prestano quotidianamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact). Si tratta di persone manipolate dal politico di turno per fini elettorali e pertanto usati come semplice bacino di voti. Si tratta di madri e padri di famiglia (di cui molti con famiglie monoreddito) tenuti da mesi “con la canna del gas” dall’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso con la promessa di risolverne la vertenza in ottica contrattualizzazione dopo anni e anni di tirocinio presso Enti Pubblici, Privati e Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact) ma ad oggi non si è visto nulla di concreto (Ad oggi ha scritto soltanto due lettere al ministro del lavoro Andrea Orlando senza recarsi personalmente a Roma).
Per nulla esaustivo si è rivelato inoltre l’operato delle tre sigle sindacali calabresi (Uil,Cisl Cgil) accusate di essere compiacenti per la precaria situazione dei 7.000 tirocinanti calabresi (in considerazione anche di quel tavolo tematico in Cittadella (CZ) quel 7 settembre 2020) e lasciare scorrere in maniera maldestra la clessidra del tempo per una vertenza per cui continua a sussistere “solo belle parole” e purtroppo zero fatti concreti. Pertanto si tratta di una situazione alquanto spiacevole quella che vivono quotidianamente i 7.000 tirocinanti calabresi ovvero questo non riconosciuto bacino di precari che oltretutto coprono da anni quell’annosa carenza di personale in settori strategici dell’intero territorio calabrese. Allo stato attuale non esiste “sulla carta” quella prospettiva di contrattualizzazione che garantisca una seppur minima e dignitosa esistenza di vita per i circa 7.000 tirocinanti calabresi (prossimi alla scadenza dei tirocini stessi e con il rischio concreto di ritrovarsi seriamente sulla strada e nella totale disperazione). Seguiranno aggiornamenti.