Il tribunale di Bari ha disposto il dissequestro delle tigri coinvolte nell’incidente che il 4 luglio scorso ha ucciso il domatore Ettore Weber durante uno spettacolo del circo Orfei a Triggiano, in Puglia.
Ettore Weber, 61 anni, è stato ferito alla giugulare dalla zampa di una delle tigri dello spettacolo, e l’intero gruppo di 8 esemplari che faceva parte dell suo show circense era stato condotto al vicino zoosafari di Fasano, in attesa che l’indagine del tribunale chiarisse la dinamica della morte dell’uomo.
Nel frattempo, sia la responsabile del circo Orfei, Marina Monti, che la moglie dell’uomo, Loredana Vulcanelli, avevano raccontato quanto testimoniato la notte del 4 luglio: non si è trattato di un’aggressione da parte delle tigri inferocite, che Weber addestrava insieme alla moglie da oltre 20 anni, ma di un incidente. Secondo le donne, l’uomo aveva commesso un errore, si era distratto e non aveva calcolato lo spazio in cui posizionarsi sul palco, finendo così sotto la zampa della tigre incriminata, Sultan.
Eppure l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) si è opposta alla decisione che dispone il dissequestro, che reputa prematura e pericolosa.
In una nota inviata al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, la coordinatrice pugliese dell’associazione scrive: “Restituirli al circo è un errore. Non solo per considerazioni etiche attinenti alla cattività, ma anche perché le circostanze in cui è avvenuta l’aggressione ai danni del domatore non sono state del tutto chiarite. Sarà la magistratura a stabilire la dinamica dell’accaduto, tuttavia è assolutamente inaccettabile tornare alla situazione che ha preceduto l’aggressione”.
Dissequestro tigri circo Orfei – La proposta dell’Enpa è quella di affidare il gruppo di otto tigri alla rete dei Santuari, luogo di accoglienza degli animali normalmente utilizzati per fini commerciali e in cerca di una casa, dove le tigri sarebbero protette e non tenute in cattività.
“La tragedia di Triggiano ha anche dimostrato l’urgenza di riformare il circo con lo stop allo sfruttamento di animali. Un’esigenza indifferibile, lo dimostrano i fatti, eppure mai riforma è stata più sofferta, tormentata e posticipata, nonostante gli impegni presi e più volte ribaditi dal ministro dei Beni Culturali”, si legge nella nota diffusa dall’Enpa.
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