È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 18 ottobre, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
La società industriale si basava sul produrre beni materiali. Oggi in quella post-industriale prevalgono servizi e mestieri intellettuali. Eppure continuiamo ad applicare i principi che si usavano ai tempi delle catene di montaggio. È un cortocircuito che ci ingabbia. Vi sveliamo l’inganno del lavoro.
Negata, impedita, tradita, soprattutto per i giovani è diventata un miraggio. Eppure, come ci ricordava De Masi, è indispensabile.
E ancora: intervista a Carlin Petrini che a TPI spiega perché la felicità inizia dalla transizione ecologica. “Per troppo tempo abbiamo confuso crapula e benessere. Uscire dal consumismo compulsivo per dare più attenzione all’ambiente e alle relazioni è un percorso liberatorio”. Il fondatore di Slow Food spiega come condividere e partecipare può renderci felici.
A New York non cadrà più neve. A Pechino l’umidità salirà del 26%. A Torino farà tanto caldo quanto oggi in Macedonia. E Napoli sembrerà l’Andalusia. Uno studio rivela come sarà il clima nel mondo fra 60 anni. Ecco perché bisogna prepararsi a scenari distopici.
Per l’Oms è un’epidemia globale. E non si tratta semplicemente di mangiare troppo ma di una patologia complessa e pericolosa. Che in Italia riguarda l’11% della popolazione e costa lo 0,8% del Pil. Ecco perché l’obesità non è solo un problema di peso e come combatterla.
In un approfondimento, inoltre, vi sveliamo la rete americana di Giorgia Meloni. Nell’ultimo mese Meloni ha visto i capi di Microsoft, OpenAi, Google e Motorola. Poi ha costituito un gruppo di lavoro (senza gara pubblica) col fondo Blackrock. In ballo c’è il business dei data center nel nostro Paese. I giganti Usa mettono le mani sul cloud italiano con la benedizione del Governo.
E ancora: l’inferno del Libano raccontato da chi fugge dalla bombe israeliane. Doha ha 27 anni ed è nata sotto i bombardamenti di Tel Aviv. Hajja ne ha 64 e ha dovuto abbandonare tutto per l’ennesima volta. Ibrahim invece è rimasto separato dai suoi cari. A causa dei raid israeliani, i civili sono senza servizi medici, cibo e acqua. Ecco le loro storie.
L’ambasciatore dell’Iran in Italia, invece, spiega a TPI perché l’Iran “ama la pace” ma non si tirerà indietro nei combattimenti. “Israele ha fatto di tutto per impedire la stabilità e la cooperazione in Medio Oriente. Il doppio standard internazionale è la causa di questa tragedia. La resistenza è l’unico modo per contrastare Tel Aviv. E Teheran la sostiene”.
Layla al-Sheikh è palestinese. Robi Damelin israeliana. Entrambe hanno perso un figlio. Uno ucciso dai soldati di Tel Aviv. L’altro durante la seconda Intifada. Oggi parlano contro la guerra: “Se noi ci siamo riconciliate, possono riuscirci tutti”, spiegano insieme a TPI.
Infine, l’ex ambasciatrice Elena Basile spiega a TPI perché l’Europa senza pace ha tradito se stessa. “Austerity, neoliberismo e bellicismo avvantaggiano solo la società dell’1%. La classe dirigente abbraccia una sorta di nazionalismo continentale. Predica l’espansionismo militare. E la destabilizzazione di intere regioni. Da noi come in Medio Oriente. A rimorchio degli Usa”.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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