La Digos di Torino ha arrestato oggi nel capoluogo piemontese il 29enne Halili Elmahdi, considerato un esponente del sedicente Stato Islamico (Isis). L’uomo, di origine marocchina ma naturalizzato italiano, è accusato di associazione terroristica.
Non è la prima volta che Halili Elmahdi viene arrestato con questa accusa. Nel 2015 fu fermato perché considerato l’autore del primo testo di propaganda scritto dal gruppo terroristico in italiano. Alla fine di quell’anno, l’allora 23enne patteggiò davanti al Tribunale di Torino una condanna a due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena per “istigazione a delinquere con finalità di terrorismo”.
Tre anni dopo però fu arrestato di nuovo con l’accusa di aver svolto attività di propaganda e proselitismo online per l’Isis. Nel marzo del 2018 fu condannato a sei anni e nove mesi di reclusione dalla Corte d’assise d’appello del capoluogo piemontese. Dopo la condanna gli fu anche revocata la cittadinanza italiana.
Scarcerato a fine luglio del 2023 ma mai espulso per problemi burocratici, secondo la Digos
durante la detenzione avrebbe rafforzato il credo fondamentalista, assumendo atteggiamenti sempre più violenti sia all’interno del carcere che dopo essere tornato il libertà.
Propaganda dell’Isis in italiano
Tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, Halili Elmahdi firmò un testo di 64 pagine intitolato: “Lo Stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”.
“Ho deciso di scrivere questo testo per cercare di presentare in modo riassuntivo una realtà di cui si parla molto: lo Stato Islamico che tutti conoscono attraverso i media accusatori ma non tramite i media degli accusati”, scrisse nell’introduzione.
L’opera presentava i presunti lati positivi della vita sotto l’Isis nei territori dove, “grazie all’applicazione della Sharia e delle punizioni regolate dal Libro di Allah” si è instaurata una “reale sicurezza”.