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    “Terapie intensive piene entro un mese”: l’allarme degli anestesisti

    Credit: Ansa foto
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 22 Nov. 2021 alle 12:46 Aggiornato il 22 Nov. 2021 alle 12:49

    “Segnali sempre più gravi”, denunciano gli anestesisti italiani che lanciano l’allarme sulla situazione nelle terapie intensive. Con 10mila nuovi contagi giornalieri di Covid 19, un +95% di ricoveri ed un + 8% di presenze in terapie intensive anche l’Italia è nel pieno della “quarta ondata” della pandemia da SARS-CoV2.

    “Con queste cifre e con questa tendenza preoccupante – ha dichiarato il professor Antonino Giarratano, presidente Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva-SIAARTI– che cade nel periodo autunnale e invernale in cui le aree critiche sono già sotto pressione, nel giro di un mese il sistema ospedaliero delle terapie intensive rischia pericolosamente l’intasamento“.

    Un aspetto positivo

    “Occorre sicuramente dire che – continua Giarratano – per fortuna non ci troviamo nella situazione drammatica che abbiamo vissuto l’inverno scorso: oggi abbiamo i vaccini che stanno difendendo in maniera importante la salute di milioni di italiani. Questo significa che oggi i ricoverati sono soprattutto persone che hanno rifiutato la vaccinazione e altre che invece – anche se vaccinate – presentano condizioni di particolare fragilità ed alti fattori di rischio e stanno uscendo dopo 10 mesi dalla copertura piena dal contagio”.

    Preoccupa l’arrivo dell’influenza stagionale che “causa circa 8.000 morti tra i pazienti più fragili e che nelle prossime settimane inizierà a circolare nel nostro Paese conducendo – chiarisce Giarratano – ad un affollamento di ricoveri pericoloso e probabilmente insostenibile”.

    Evitare la terapia intensiva

    Il professore spiega che a seguito del ricovero in terapia intensiva i pazienti hanno una possibilità di decesso che va dal 30 al 75%. Per questo occorre “evitare il più possibile questa tipologia di ricoveri”. La soluzione è una sola: vaccinarsi.

    “Il nostro appello come Società scientifica degli anestesisti-rianimatori, e quindi dei professionisti che più di chiunque ha vissuto e vive la pandemia in prima linea, è pertanto chiaro e preciso: chiediamo a tutti gli italiani di vaccinarsi e ai vaccinati da più di 6 mesi di fare la terza dose”. Viene anche ricordato di attenersi “con estrema attenzione alle norme di prevenzione” come l’uso delle mascherine e la frequente disinfezione delle mani.

    Una richiesta al governo

    Gli anestesisti-rianimatori chiedono al governo di mettere in atto già da subito la manovre necessarie per una maggior attenzione socio-sanitaria. “In presenza di numeri sempre più alti di ricoveri – dicono – noi dovremo riservare posti in terapia intensiva per i ricoverati Covid 19, riducendo quindi i posti letto disponibili per pazienti cronici riacutizzati, chirurgici anche oncologici, cardiopatici, politraumatizzati e tutti quelli con sindromi acute che compromettono funzioni vitali”.

    “Non possiamo permetterci di vanificare – conclude il presidente – tutto l’immenso lavoro che, in particolare in Italia, i sanitari e le organizzazioni sanitarie sul territorio hanno compiuto sino ad ora. Consideriamo con grande attenzione un fatto preoccupante: con le terapie intensive intasate, l’anno prossimo potremmo essere costretti alla tragica conta di tanti decessi avvenuti tra pazienti non Covid 19 per ritardata o mancata assistenza”.

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