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    Teramo, il bimbo ha l’autismo: il prete lo esclude dalla prima comunione

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Mag. 2023 alle 12:24

    A Silvi, in provincia di Teramo, ci sono state due messe della Prima Comunione, una nella chiesa dell’Assunta, con 40 bambini, e l’altra al Santissimo Salvatore, con un solo ragazzino, vestito di bianco, seduto in una postazione speciale, e anche lui ha potuto ricevere l’Eucarestia tra cori, canti e grande affluenza di fedeli.

    Una mezza mobilitazione che ha scaldato il cuore dei genitori, ma non stempera le polemiche, durissime, sul caso di C., 10 anni e mezzo, a cui è stata negata la cerimonia con tutti gli altri amichetti. C., autistico, è un bambino molto affettuoso, dà abbracci e carezze.

    A volte, come racconta il papà Daniele, “può cadere, non parla, ma comprende. Il parroco, temendo che venisse rovinata la cerimonia, voleva che mio figlio facesse la Comunione da solo, nel retro della chiesa. Mi sono opposto e sono andato in un’altra parrocchia”.

    Tutto inizia venerdì scorso, alle 19. I bambini sono stati chiamati in chiesa da padre Antonio per fare le prove. “Mio figlio, forse per stanchezza, non è stato fermo al suo posto – racconta mamma Monia – il parroco mi ha detto che così non andava bene e che era meglio fare una cerimonia separata”.

    A quel punto è intervenuto papà Daniele, molto arrabbiato. “Io avevo già avvertito il parroco, a metà ottobre, delle problematiche di mio figlio, è autistico e sarà difficile fargli fare catechismo, dissi, provammo, ma non ci fu verso. Il sacerdote mi rispose: “Non si preoccupi, Gesù sa”. Ma credo gli desse fastidio, noi eravamo disposti a mandare anche l’insegnante di sostegno”.

    In un’altra chiesa a cinque chilometri di distanza della loro, dove Daniele e Monia hanno trovato un parroco argentino, don Gaston Mugnoz Meritello, che li ha accolti e in poche ore ha organizzano la celebrazione.

    “Proporci di far fare la Comunione al nostro bambino in modo separato, e non la domenica, è una discriminazione”, prosegue la mamma, mentre in un ristorante di Pescara festeggia con parenti e amici. Nell’altra chiesa, molti genitori ci sono rimasti male dall’esclusione di C. ed hanno chiamato i suoi genitori esprimendo solidarietà.

    Padre Antonio anche ieri era fermo sulle sue decisioni. “Noi diamo l’Eucarestia a tutti, spesso abbiamo avuto bambini con difficoltà e non ci sono stati problemi – spiega – ma, in questo caso, durante le prove il bambino è andato in mezzo agli altri, disturbava, la mamma non è riuscita a tenerlo, è andato verso l’altare e ha buttato a terra le candele, urlava. Ho detto che così si rischiava di rovinare la celebrazione di 40 ragazzi. E bisogna anche capire se il bambino ha la volontà di ricevere la Comunione. Ho poi proposto al papà di mettersi nella cappella distante 10 metri, sarei andato io così il bambino non avrebbe disturbato, oppure un altro giorno, da soli, come faceva più comodo alla famiglia, ma il papà non ha voluto”.

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