Si chiama Pegah Moshir Pour, è italo-iraniana, è dopo i recenti avvenimenti che stanno sconvolgendo l’Iran con la repressione delle proteste, gli arresti e le uccisioni di decine di manifestanti e studenti, ha deciso di rivolgere una lettera aperta ai rettori e agli organi istituzionali delle università italiane.
“Se non fosse di vitale importanza non sarei qui a scrivervi. Ieri un altro giorno di arresti ed uccisioni successo in Iran non solo per strada ma nell’Università Sharif a Teheran, che suppongo molti conosciate. Le forze dell’ordine hanno chiuso ed imprigionato gli studenti all’interno del Campus e dormitori senza permettere loro di uscire, stanno caricando e sparando all’interno del Tempio del Sapere per eccellenza”, spiega Pegah. Con questa lettera aperta chiedo la Vostra Gentile attenzione sulla situazione degli studenti che stanno versando sangue per la Libertà e per un Futuro libero da oppressioni e minacce”.
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera:
“Gentili tutti,
Da quasi 17 giorni ci sono manifestazioni e proteste ininterrotte in Iran, in più di cento città dai grandi centri fino alle province più lontane, dove ragazze e ragazzi chiedono Libertà. Quella libertà che racchiude in sé la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU tra cui anche l’articolo 26 dove il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona. Sono diversi giorni dove gli studenti delle università di Teheran, Isfahan, Mashhad e altre città hanno indetto sciopero generale, ad oggi sono quasi 100 università nel paese.
Nei giorni precedenti il regime della Repubblica Islamica ha arrestato vari rappresentanti e/o membri dei comitati e movimenti studenteschi. Allora gli studenti si sono uniti in un canto corale per chiedere la liberazione di questi.
All’Università Sharif una delle università più rinomate e prestigiose, dove vede una sua Alumna e Medaglia Fields da Maryam Mirzakhani, ieri gli studenti hanno fatto presiedo nel campus in seguito sono arrivate le forze dell’ordine ed hanno imprigionato gli studenti all’interno della struttura, sono entrati ed hanno iniziato ad inseguirli e caricarli.
Nel tempio del Sapere non dovrebbe esserci sangue, la parola università forse non deriva dal latino “universitas” che ha al suo interno la radice di universo, “il mondo intero”? L’università è il nostro mondo dove recarsi per studiare, sviluppare e rendere le menti coscienziose.
Dove se non in questi luoghi bisogna elevare il valore storico e culturale che andrebbero difesi e le persone vanno accudite. Abbiamo assistito nel corso della storia a troppi errori ed orrori di repressione dei diritti fondamentali e di rispetto per le persone.
Oggi Vi chiedo un intervento a tutela e difesa dei civili! Il mondo accademico non può rimanere in silenzio davanti a quanto sta avvenendo in Iran. Sarebbe un mutismo di ignavia e connivenza, che nulla avrebbe a che vedere con il senso di umanità che la cultura e la scienza perpetuano.
Urge quindi un intervento diretto che dia un segnale forte corale di solidarietà ma anche di azione, dei paesi occidentali e dell’ONU, per difendere i cittadini e garantire agli studenti ospitalità presso università europee, creando dei “corridoi accademici” o borse di studio, non possiamo più tollerare tutto questo, ricordo un episodio simile nel luglio del 1999 sempre a Teheran, non possiamo fare finta di niente e concludo con le prime parole della costituzione l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura del 1945: “poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace”.