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    Tar del Lazio sospende divieto di ingresso: Open Arms verso Lampedusa. Salvini: “C’è disegno per tornare ad aprire i porti”

    Credit: Afp

    L'imbarcazione della Ong spagnola ha 147 migranti a bordo

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 14 Ago. 2019 alle 16:59 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:22

    Tar sospende divieto di ingresso: Open Arms si dirige verso Lampedusa

    Il Tar del Lazio sospende il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane: ora la Open Arms si dirige verso Lampedusa, scortata da due navi della Marina italiana.

    A comunicarlo è la stessa Ong, che, alla luce di quanto stabilito dai giudici ha affermato: “Ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti”. La notizia è stata commentata poco dopo dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha parlato di un “disegno per tornare indietro ed aprire i porti italiani”.

    Secondo la Ong spagnola, il Tar avrebbe disposto la sospensione del divieto per “una situazione di eccezionale gravità ed urgenza dovuta alla permanenza da diversi giorni in mare dei 147 naufraghi a bordo”.

    “Siamo lieti di constatare come, ancora una volta, dopo il Tribunale per i Minori, anche il Tar abbia ritenuto di dover intervenire per tutelare la vita e la dignità delle persone – sottolinea Open Arms – e abbia riconosciuto le ragioni della nostra azione in mare, ribadendo la non violabilità delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare”.

    La notizia, anticipata dalla Open Arms, è stata successivamente confermata dal Tar con le seguenti motivazioni: “Alla luce della documentazione prodotta (medical report e relazione psicologica) e della prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza si giustifica la concessione della richiesta per consentire l’ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane e quindi di prestare l’immediata assistenza alle persone soccorse maggiormente bisognevoli”.

    L’imbarcazione, che si trova fuori dalle acque territoriali italiane da tredici giorni, già nella giornata di ieri, martedì 13 agosto, aveva lanciato l’allarme: “Dodici giorni in mare. Una perturbazione in arrivo. La situazione si fa sempre più difficile. ‘Perché non ci fanno scendere?’ Non sappiamo più cosa rispondere. E l’Europa tace. Un silenzio che grida la vergogna del nostro tempo”.

    Tra i migranti a bordo, ben 31 sono minorenni e per loro già il Tribunale per i Minori di Palermo aveva chiesto “chiarimenti” ai ministri Matteo Salvini, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, che hanno firmato il divieto d’ingresso nelle acque italiane per l’imbarcazione, affermando che tenere i minori in quelle condizioni “equivale, di fatto, a un respingimento”.

    Nel frattempo, anche la Ocean Viking, un’altra nave delle Ong Mediterranee e Medici Senza Frontiere, si trova nel Mediterraneo con 356 migranti.

    L’imbarcazione, situata tra Lampedusa e Malta, ha chiesto di nuovo di poter attraccare con urgenza in un porto sicuro anche per le condizioni meteo che peggiorano di ora in ora.

    Salvini: “C’è disegno per tornare ad aprire i porti, ma io non mollo”

    “C’è un disegno per tornare indietro ed aprire i porti italiani, per trasformare il nostro paese nel campo profughi d’Europa. Ma io non torno indietro”: sono le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha commentato così la decisione del Tar del Lazio di sospendere il divieto di ingresso alla Open Arms.

    “Ditemi se non è un paese strano – aggiunge il leader della Lega – quello dove una nave spagnola in acque maltesi si rivolge ad un avvocato di un tribunale amministrativo per chiedere di sbarcare in Italia. Nelle prossime ore firmerò il mio no perché complice dei trafficanti non voglio essere”.

    Poco dopo è arrivata la notizia che il Viminale proporrà un ricorso urgente al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.

    Lo scontro all’interno del governo

    Il caso Open Arms ha provocato uno scontro interno al governo, già logorato dalla crisi, che dovrebbe avere il suo epilogo il prossimo 20 agosto al Senato con la sfiducia da parte della Lega al premier Giuseppe Conte. Proprio quest’ultimo in una lettera inviata in mattinata al ministro dell’Interno Matteo Salvini e, per conoscenza, anche al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e al ministro della Difesa Elisabetta Trenta, aveva chiesto di “mettere in sicurezza i minori” presenti sulla nave. Il vicepremier tuttavia aveva risposto con le seguenti parole: “Non si capisce perché debbano sbarcare in Italia”.

    Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, invece, ha dato seguito alla richiesta del presidente del Consiglio ordinando al capo di stato maggiore dalla Difesa Vecciarelli di affiancare al largo di Lampedusa le due navi della Marina alla Open Arms e di prepararsi per l’eventuale trasferimento dei 32 minori presenti a bordo dell’imbarcazione della Ong.

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