Tamponi Covid falsi in Campania, l’inchiesta di TPI: la storia di una delle vittime. Il video
TAMPONI COVID FALSI: ESCLUSIVA TPI – Una truffa ha messo a rischio la salute di migliaia di cittadini campani inconsapevolmente positivi al Covid-19. “Io gli facevo il tampone e lo mettevo su una striscetta già usata e non gli dicevo niente – diceva uno dei protagonisti della vicenda nelle intercettazioni ottenute da noi di TPI -. Non attendevo nemmeno i 20 minuti e dicevo: è negativo guagliò, tutto a posto! Capito? Tanto io già so che quella striscetta è negativa quindi non tengo il rischio. (…) Che me ne fotte… Nella sua testa lui è negativo. Se pure fosse stato positivo già avrebbe fatto i guai… Che me ne fotte a me”. Vittime della truffa, su cui indagano i NAS dei Carabinieri, i cittadini a cui venivano forniti risultati falsi di tamponi per il Covid, con il rischio concreto che, circolando liberamente, potessero infettare a loro volta tutte le persone con cui entravano in contatto.
Dei falsi tamponi a volte smascherati dall’esito di quelli veri. Una di queste persone, risultata negativa al test privato e positiva a quello dell’Asl, è stata rintracciata telefonicamente da TPI ed ha spiegato di aver fatto ricorso al tampone privato in attesa dell’esito di quello fatto all’Asl. “Dall’Asl ci mettevano tempo e io sono impazzito perché avevo paura. Così ho richiesto privatamente un test rapido. È risultato negativo. Poi invece dopo una settimana l’Asl mi ha comunicato che il mio tampone Covid era positivo. D’altronde avevo alcuni sintomi del Coronavirus come la perdita del gusto e dell’olfatto”. Il laboratorio che lei ha contattato aveva autorizzazioni per lavorare? “Si, mi hanno mostrato carte e autorizzazioni e l’addetto proveniva da un centro, un laboratorio”. Sulla veridicità delle autorizzazioni saranno gli inquirenti a verificare nei prossimi giorni.
Dalle indagini dei NAS coordinati dal comandante Gennaro Tiano, risulta che questo tipo di tamponi Covid sono stati eseguiti anche in alcune aziende e comunque a tante persone. Nel corso degli ultimi mesi, anche a domicilio, tanto che essendo una parente titolare di una società di ambulanze, da alcune conversazioni emerge la volontà di utilizzare macchine con intestazione medica per millantare maggiore autorevolezza e poter parcheggiare anche in doppia fila.
- Le intercettazioni
- Chi sono i membri dell’organizzazione
- La testimonianza
- La storia di una delle persone truffate
- L’intervista a De Magistris
- Il documento che smaschera la banda