L’ipotesi del tampone obbligatorio per i vaccinati divide gli esperti
L’ipotesi del tampone negativo obbligatorio per i vaccinati, allo studio del governo per gli eventi che prevedono la presenza di più di 5mila persone, divide gli esperti.
Se la proposta trova d’accordo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, altrettanto non si può dire di altri autorevoli scienziati.
Tra questi, ad esempio, c’è la professoressa Antonella Viola che, in un’editoriale su La Stampa, dichiara che imporre ai vaccinati il test del tampone è un errore.
Secondo Antonella Viola “la richiesta di un tampone a chi è vaccinato e rientra dai paesi europei non solo mette in discussione l’Europa (come giustamente sottolineato da Macron) ma mina la credibilità della vaccinazione. Così come la proposta di chiedere i tamponi anche alle persone vaccinate per accedere a cinema e teatri, penalizzando tra l’altro settori che hanno già molto sofferto e che non hanno avuto un ruolo importante nella trasmissione del virus”.
“Misure inutilmente punitive per chi il vaccino lo ha fatto, unite alla comunicazione ansiogena di questi giorni, rischiano di alimentare le assurde argomentazioni dei No vax – continua la docente – La conta giornaliera dei positivi è utile per gli studi epidemiologici ma non è più lo strumento giusto per comunicare l’attuale situazione sanitaria del nostro Paese. Soprattutto, non dovrebbe rappresentare una forma di comunicazione della paura. L’unica cosa seria da fare oggi è assumersi la responsabilità di inserire l’obbligo vaccinale. Il resto è solo confusione e stress inutile per i cittadini che hanno già fatto la loro parte”.
Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, invece, il “tampone obbligatorio per i vaccinati è un infattibile nonsense”. Piuttosto, secondo l’esperto, “bisogna ridurre le capienze e rinunciare ai grandi eventi”.