In Campidoglio vi sarebbe un dipendente che passa ai militanti di CasaPound nome e nazionalità degli assegnatari delle case popolari della periferia di Roma, così che il gruppo possa organizzare dei blitz mirati.
Questo quanto emerge dai media nazionali, in cui si specifica che “l’infiltrato” sarebbe un’inquilina abusiva dell’edificio occupato da Casapound nel quartiere Esquilino, a Roma.
Del caso si sta attualmente occupando la procura regionale della Corte dei conti sulla base delle indagini del Nucleo di polizia tributaria e gli uomini della Digos.
Oltre alla maestra d’asilo, protagonisti della vicenda sembrano essere anche altri dipendenti comunali dai quali la donna avrebbe ottenuto informazioni passate poi all’organizzazione di estrema destra.
“Siamo alla follia, alla fantascienza. Non esiste alcuna talpa in Campidoglio, non c’è nessuna rete di informatori”, è stato il commento di Davide Di Stefano, responsabile romano di Casapound.
“Non c’è nessuna talpa, a noi ci chiamano gli abitanti dei quartieri che ci conoscono perché in passato abbiamo magari organizzato manifestazioni, sistemato qualche parchetto o distribuito, come ad esempio a Torre Maura, di pacchi alimentari”.
“Io esco per andare a scuola e basta. Faccio da anni il mio lavoro con amore e passione dedicandomi anima e cuore. Queste dichiarazioni mi sembrano veramente assurde”, è stata invece la risposta dell’insegnante arrivata attraverso CasaPound.
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