Nell’inchiesta sull’“esame farsa” di Suarez c’è un terzo indagato per corruzione. Si tratta del professor Lorenzo Rocca, membro della commissione dell’Università per Stranieri di Perugia che, il 17 settembre scorso, ha valutato sufficiente la conoscenza della lingua italiana dell’attaccante uruguaiano ex Barcellona.
Finora si sapeva che i presunti corrotti erano due: la Rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri. E invece sarebbe proprio Rocca che al telefono raccomanda alla professoressa Spina: “Fagli scegliere queste due immagini. Gli ha fatto la simulazione dell’esame – prosegue – e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà all’esame”. Da qui, secondo quanto emerso dalle indagini, l’invio al giocatore uruguaiano del pdf con il fac simile della prova, una delle tantissime pubblicate sul sito della Stranieri per esercitarsi e provarsi in vista del test.
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Ed ecco quali sono le immagini, lo racconta in esclusiva il Messaggero: “una famiglia che fa la spesa nell’ortofrutta di un supermercato, con il bambino sorridente che tiene in mano un quarto di cocomero, e un papà che fa la lavatrice con il figlio. Ci sono anche un’insegnante accanto allo studente che fa i compiti e un’allegra famigliola che insapona i piatti”.
Queste sono le immagini che il bomber si è trovato davanti durante l’esame e che in tutto gli hanno portato via circa 12 minuti, contro le due ore e mezza normalmente previste per superare la prova di livello B1 di lingua italiana. Suarez, in sostanza, si sarebbe sottoposto alla sola prova orale che copre il 25 % dell’intero esame. E infatti della restante parte dell’esame non v’è traccia, dato che Suarez è entrato alle 15.33 nella succursale dell’ateneo e alle 16.08 l’Ansa già batteva la notizia della sua promozione.
I professori avrebbero seguito fedelmente le indicazioni di Rocca e si sarebbero limitati a domande relative a quel pdf trovato dalla guardia di finanza: “una breve presentazione del candidato e poi quelle due immagini da guardare per 20 secondi e da descrivere in un italiano fluente”, riporta il Messaggero. Niente domande sulla Costituzione italiana o sull’uguaglianza tra marito e moglie, ma sono un rapido racconto sul trasferimento a Torino e su dove poter trascorrere la domenica con moglie e figli.
Il professor Rocca, difeso dall’avvocato Cristiano Manni, è anche colui che, prima dell’esame, insiste con l’impiegata Cinzia Camagna perché prepari il diploma di superamento dell’esame di italiano livello B1. “Mettigli 3, 3, 3, 3”, sentono dire i finanzieri grazie alle microspie piazzate nell’Ateneo. Tre è il voto più basso. Camagna, indagata per falso in atto pubblico e assistita dall’avvocato Giuseppe Innamorati, è già stata interrogata. Ai magistrati ha spiegato che il sistema informatico, dopo l’annullamento delle prove scritte causa Covid, si inceppa, quindi per avere l’attestato cartaceo nello stesso giorno dell’esame bisogna prepararlo prima. Non si spiega però perché già fossero inseriti i voti.
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