Cosa è successo la notte in cui Paolo Massari è stato arrestato per stupro
Paolo Massari, 54 anni, giornalista Mediaset, ex assessore all’Ambiente del Comune di Milano nella giunta di Letizia Moratti, è stato arrestato con l’accusa di stupro intorno alle 21.48 di sabato 13 giugno. I poliziotti sono giunti sul posto dopo la denuncia della vittima, un’imprenditrice di 53 anni e vecchia compagna di scuola di Massari, che ha chiesto aiuto in strada, svestita, poco dopo essere uscita dal box di lui, in Via Nino Bixio, a Milano. La vittima è stata portata alla clinica Mangiagalli, dove sono state rilevate lesioni compatibili con lo stupro. Il giornalista invece è stato condotto nel carcere di San Vittore.
Paolo Massari arrestato per stupro: il racconto della donna
Stando alla ricostruzione offerta dalla donna in Questura e riportata da Repubblica, sarebbero stati due fidanzati a sentire le sue urla alle 21.48 di sabato: lei chiedeva aiuto e gridava dietro le sbarre di un cancello da cui non riusciva a uscire. Era il cancello di casa di Massari, che l’avrebbe mandata via senza veli dopo averla schiaffeggiata l’ultima volta. I due trentenni hanno chiamato il 112 e l’hanno aiutata a a uscire. In lacrime, ha raccontato ai poliziotti delle due volanti arrivate sul posto di essere stata picchiata e stuprata da “Paolo”. I due si conoscevano da tempo, sin dagli anni del Liceo Parini. Si erano frequentati anche all’Università, ma senza che succedesse nulla. Poi la richiesta di aiuto arrivata un mese fa, quando l’imprenditrice dice a Massari di aver bisogno di un po’ di pubblicità per rilanciare la sua palestra dopo il lockdown.
La prima uscita
Massari accoglie la richiesta della donna, e inizia a telefonarle “spostando spesso il discorso in ambito sessuale e ipotizzando incontri a sfondo sadomaso”, dice lei. Ma l’invito a prendere un aperitivo al bar Basso, storico locale della Milano da bere, non conteneva allusioni. Dopo il drink, però, Massari le chiede di passare da casa sua con lo scooter, per parcheggiarlo e riprendere l’auto. “Ipotizzavo ci saremmo diretti a cena in qualche locale della zona”, racconta la donna in Questura, ripercorrendo insieme agli inquirenti la serata. Massari abbassa la saracinesca del garage: le sue intenzioni sembrano farsi più chiare.
Le avances nel box
“Ho avuto per la prima volta sentore che le reali intenzioni di Paolo fossero malevole o ingannevoli”, racconta. Lei supplica di tenere semiaperta la saracinesca, sperando di poter riportare la serata al programma original, ma le avances sul divano diventano pretese, “alzando la voce, intimandomi e non più chiedendomi di avvicinarmi a lui, infine minacciandomi di fare quanto mi stava ordinando altrimenti per me ci sarebbero state conseguenze peggiori”. “Mi avrebbe aggredito e costretta mio malgrado”. “Mi ha strattonato e schiaffeggiato, poi mi ha scaraventato sul divano”, recita il verbale della Questura. “Sempre più terrorizzata, ho capito che ormai Paolo era ingestibile. Ho sperato nella fine dell’incubo. Paolo mi ha intimato di rivestirmi per andare a cena”. Ma prima le ha chiesto di non indossare gli slip. E prima di lasciarla fuggire verso la saracinesca semiaperta le infligge un’altra scarica di ceffoni.
L’arresto
Dopo la chiamata dei due soccorritori i poliziotti sono entrati nella palazzina di cinque piani e hanno trovato Massari, che ha ammesso di aver avuto con la donna un rapporto sessuale “consenziente, però”. Nell’appartamento sono state ritrovate tracce di sangue che gli agenti indicano alla Scientifica. Il primo referto del Soccorso violenze sessuali della clinica Mangiagalli, dove Silvana viene trasportata sotto shock, intanto, rileva “lesioni intime compatibili con uno stupro”. A san Vittore Massari sarà interrogato tra oggi e martedì dal gip, assistito dall’avvocato Luigi Isolabella.
Le accuse ricevute in passato
Il giornalista e ex assessore ha un precedente che risale a giugno del 2010, quando, già assistente del presidente del Senato Carlo Scognamiglio tra il ‘94 e il ‘96, era il fiore all’occhiello del Pdl nella giunta di Letizia Moratti, con delega all’ambiente. La sua carriera politica finì proprio dopo la denuncia di una diplomatica norvegese e di un’impiegata di Palazzo Marino, che raccontarono di aver ricevuto esplicite e inopportune avances sessuali. Lui le giustificò come battute. Ma il sindaco pretese le sue dimissioni.