Uno studio condotto in Italia da un gruppo di ricercatori dell’università di Ferrara e dell’Asl di Pescara ha evidenziato che i vaccini anti-Covid 19 stanno funzionando molto bene. Tra le persone vaccinate “la percentuale di riduzione di infezioni, casi di malattia e decessi raggiunge il 99 per cento”, le parole dell’epidemiologo Manzoli all’Adnkronos Salute. “Evidente il calo di contagi e di malattia Covid, ma anche di morti (- 91 per cento, ma è una stima instabile)”.
“L’Asl di Pescara, che vaccinava dal 2 gennaio – ha spiegato l’epidemiologo – si è detta: vediamo come stanno funzionando questi vaccini. Abbiamo condotto l’analisi con un po’ di paura. Tremavamo all’idea che non potessero funzionare. Ma con grande sollievo i dati preliminari che abbiamo osservato sono davvero molto positivi. I risultati degli studi sperimentali andavano verificati sulla popolazione generale ed è quello che abbiamo fatto: abbiamo preso i vaccinati della provincia di Pescara e tutta la popolazione adulta residente (poco meno di 300mila persone). I vaccinati erano al momento in cui abbiamo condotto lo studio 62mila. Avendo dovuto escludere per i tempi tecnici necessari alla sieroconversione i vaccinati di aprile, sono stati esaminati i dati di 37mila persone e sono stati confrontati con quelli dei non vaccinati”.
Fra le persone sottoposte a iniezione – con Pfizer, Moderna e AstraZeneca – è risultato “evidente il calo di contagi e di malattia Covid, ma anche di morti (- 91 per cento, ma è una stima instabile). In pratica, abbiamo registrato un solo decesso”.
Il lavoro, che ha fra gli autori Manzoli e sul fronte dell’Asl pescarese Antonio Caponetti, direttore sanitario, e Graziella Soldato, è stato appena sottomesso per la pubblicazione su una rivista scientifica e quindi non è ancora passato dalla revisione fra pari. “I dati sono preliminari – ha precisato l’epidemiologo Manzoli – e abbiamo in cantiere ulteriori analisi. Ma intanto abbiamo un follow up medio di 30 giorni. E abbiamo potuto esaminare dati che si riferiscono a due dosi di Pfizer e Moderna e una singola di AstraZeneca, perché ancora non erano partite le seconde dosi. I risultati mostrano che sono tutti davvero molto efficaci”.
I dati relativi ai vaccinati con AstraZeneca sono molto positivi: “La percentuale di riduzione di infezioni, casi di malattia e decessi raggiunge il 99 per cento. Magari questo dato così alto si modificherà un po’ in futuro, ma non scenderebbe di tantissimo”, ha detto l’epidemiologo all’AdnKronos. Tutti e tre i vaccini, comunque, hanno avuto “dati simili, gli intervalli di confidenza si sovrappongono. E posso dire che vanno al di là delle più rosee aspettative. Anche i dati preliminari sugli eventi avversi sono buoni, ma non li abbiamo potuti inserire per motivi tecnici. Peccato, perché potrebbero contribuire a rassicurare le persone che ne avessero bisogno”.
Leggi anche: 1. Coprifuoco, matrimoni e riaperture: ecco cosa può cambiare dal 24 maggio con il nuovo decreto anti-Covid / 2. Regioni, come cambiano i colori: solo la Valle d’Aosta in arancione, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna con numeri da zona bianca / 3. Caos vaccini: Pfizer smentisce il piano Figliuolo, ma Cts ed Ema danno ragione al generale