La quarta sezione penale della Cassazione, nel processo sulla strage di Viareggio, ha dichiarato prescritte le accuse di omicidio colposo e disposto lo svolgimento di un appello bis soltanto per il capo di imputazione relativo al disastro colposo. Cadono quindi le accuse di omicidio colposo per tutti gli imputati nel processo sul disastro ferroviario, in cui persero la vita 32 persone. “È una vergogna”, ha gridato secondo quanto riporta Repubblica uno dei parenti delle vittime riuniti in una sala della Croce Verde di Viareggio per aspettare la sentenza.
La Corte ha disposto un nuovo processo per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italine (Fs) e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), condannato in appello a 7 anni, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi condannato in secondo grado a 6 anni.
Ci sarà un nuovo processo di appello anche per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, che era stato condannato a 6 anni, e per Francesco Favo (all’epoca certificatore della sicurezza per Rfi), che era stato condannato a 4 anni, nonché per gli allora vertici di Gatx Rail Austria, di Gatx Rail Germania e delle Officine Jugenthal, società incaricate della manutenzione dei carri cisterna. La Cassazione ha confermato anche le assoluzioni, stabilite in appello, dei due dirigenti di Rfi Giorgio Di Marco e Giovanni Costa.
La strage di Viareggio, avvenuta il 29 giugno 2009, fu un disastro ferroviario che provocò 32 morti e oltre 100 feriti a causa del deragliamento e dell’incendio di un vagone cisterna. A deragliare fu un treno merci Trecate-Gricignano costituito da 14 carri cisterna contenenti Gpl.
La fuoriuscita di combustibile provocò una serie di esplosioni. A perdere la vita furono abitanti della zona di via Ponchielli e passanti, investiti dall’esplosione e dalle fiamme. Nel 2019 la procura generale aveva chiesto al processo d’appello condanne per 17 imputati, accusati, a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio e lesioni plurime colpose e incendio.
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