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    Strage di Palermo, la 17enne mandava messaggi alle amiche durante gli omicidi

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 18 Feb. 2024 alle 09:21 Aggiornato il 18 Feb. 2024 alle 09:22

    Non sono ancora finite le analisi medico-legali sui resti di Antonella Salamone e sui corpi dei due figli Kevin ed Emanuel, 15 e 5 anni, assassinati – secondo l’accusa – dal padre Giovanni Barreca, dai due presunti complici Sabrina Fina e Massimo Caradente e dall’altra figlia 17enne di Barreca. Una strage, secondo quanto ricostruito, compiuta nel corso di un esorcismo.

    Gli accertamenti, che si protrarranno, dovrebbero dare delle risposte. A cominciare dalla data esatta degli omicidi e dalle cause dei decessi. La donna sarebbe stata uccisa la notte tra l’8 e il 9 febbraio scorsi, bruciata e sepolta in giardino, i ragazzini seviziati, probabilmente soffocati e incaprettati la notte del 9 febbraio.

    Intanto emergono nuovi particolari sul ruolo della 17enne, unica sopravvissuta alla strage che continua a chiedere notizie di suo padre: “Quando potrò rivederlo?”, avrebbe chiesto la ragazza che è detenuta nel carcere di Malaspina di Palermo. All’arrivo dei Carabinieri, chiamati da Barreca che, al telefono, la notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi, ha confessato i delitti, la ragazza era addormentata e accanto a sé aveva i cellulari dei fratelli e della madre, probabilmente sottratti ai familiari perché non chiedessero aiuto.

    Al contrario di quanto riferito in un primo momento, la 17enne non sarebbe stata affatto in stato confusionale, ma riposava tranquillamente nella sua stanza. L’adolescente ha confessato il ruolo avuto nei delitti ammettendo di aver torturato insieme ai tre indagati, tutti in carcere, i familiari e di aver contribuito a seppellire in giardino i resti carbonizzati della madre. Mentre madre e fratelli morivano, poi, la 17enne avrebbe scambiato decine di messaggi con le amiche.

    Il rituale di purificazione dal diavolo della Salamone e del figlio piccolo, poi esteso anche a Kevin, sarebbe cominciato i primi di gennaio. La mamma dei due ragazzini, intuendo che dalla preghiera i tre sarebbero passati alla violenza, avrebbe cercato di opporsi alle loro iniziative e per questo sarebbe stata uccisa per prima.

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