Strage di Erba, si riaprono le indagini su Rosa e Olindo
Strage di Erba, si riaprono le indagini. Accolta in Cassazione la richiesta dei legali difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba. Per un vizio formale, la Suprema Corte ha deciso di trasmettere alla Corte di Assise di Como la richiesta della difesa di procedere con nuovi accertamenti. La strage di Erba è uno dei delitti più efferati mai commessi nel nostro paese.
Già lo scorso aprile, i giudici di Como si erano opposti alle istanze di accesso ai server delle intercettazioni e a quelle di acquisire un cellulare Motorola ed esaminare dei reperti biologici. Ma la decisione era stata emessa senza contraddittorio tra le parti. Adesso la Corte di merito, sulla strage di Erba, dovrà rivalutare le istanze convocando le difese.
Ma secondo i giudici di Como, le richieste dei legali della coppia omicida sono immotivate. E inutili “a distruggere l’impianto su cui è fondata” la condanna definitiva.
La Strage di Erba, la ricostruzione
L’11 dicembre 2006, in un piccolo paese della provincia di Como, quattro persone vengono uccise a coltellate e colpi di spranga. Quattro omicidi di una violenza inaudita. Subito dopo, l’appartamento di via Diaz 25 viene dato alle fiamme dagli assassini.
Le vittime della strage di Erba sono Raffaella Castagna, 30 anni, volontaria in una comunità che si dedica ad assistere i disabili; suo figlio Youssef Marzouk; la madre di Raffaella, Paola Galli e Valeria Cherubini, una vicina di casa accorsa per prestare soccorso alle vittime.
Il processo, che si è concluso nel 2011, vede la condanna in via definitiva dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa di Raffaella Castagna.