Condanna all’ergastolo per l’ex terrorista nero Gilberto Cavallini, nel processo sulla Strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è stata letta dalla Corte d’Assise il 9 gennaio, dopo sei ore e mezza di camera di consiglio.
Strage di Bologna, ergastolo per Gilberto Cavallini
Era il 2 agosto 1980 quando una bomba esplose alla stazione di Bologna, provocando 85 morti e 200 feriti. Dopo una lunga serie di indagini e processi, sono stati condannati in via definitiva come responsabili dell’attentato i terroristi di estrema destra Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e oggi, dodici anni dopo, arriva l’ergastolo per Gilberto Cavallini [qui il racconto della strage].
Per l’ex Nar è stata anche disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di primo grado o il coniuge; di 50mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo; di 30mila euro in favore delle parti civili che hanno perso un parente o un affine di grado ulteriore; di 15mila euro in favore di ogni parte civile che abbia riportato lesioni in proprio e di 10mila euro in favore di ogni parte civile che abbia un parente che ha riportato lesioni.
Alla lettura della sentenza l’imputato, in semilibertà nel carcere di Terni, non era più presente in aula. In mattinata aveva fatto dichiarazioni spontanee come quella riportata dai quotidiani locali: “Sono pentito di quello che ho fatto e per le persone che ho ammazzato, ma non posso pentirmi per quello che non ho fatto. Noi Nar non c’entriamo con la strage e qui a Bologna non abbiamo da chiedere perdono a nessuno”, ha detto Cavallini.
Chi è Gilberto Cavallini, condannato per la strage della stazione di Bologna
Gilberto Cavallini detto il “Negro”, 67 anni, detenuto dal 1983. Fu rinviato a giudizio a 37 anni dalla strage: è stato processato per concorso perché, secondo la Procura, fornì appoggio logistico a Mambro, Fioravanti e Ciavardini ospitandoli nell’appartamento che condivideva con l’allora compagna a Villorba di Treviso.
I pm, nelle scorse udienze, avevano chiesto l’ergastolo mentre la difesa l’assoluzione (“non è possibile processare una persona a 40 anni di distanza, è inumano”). Come i suoi ‘compagni’ militanti dei Nuclei armati rivoluzionari, Cavallini si è sempre dichiarato estraneo ai fatti di Bologna.
La strage di Bologna è considerata l’ultimo atto del periodo cominciato con Piazza Fontana e proseguito con Piazza della Loggia: quella violenza chiamata strategia della tensione.