L’anno scorso ha perso il marito a causa di un infarto e adesso rischiava di vedersi strappare via anche il figlio di otto anni: tutto perché il bimbo era arrivato da un percorso di gestazione per altri che i due padri avevano intrapreso in California nel 2015. Per lo Stato italiano il piccolo risultava quindi orfano, avendo perso il padre biologico, ma il Tribunale di Milano ha però imposto la trascrizione dell’atto di nascita statunitense in cui risultano entrambi i padri.
“Un risultato molto soddisfacente, anche perché non era affatto scontato” sottolinea l’avvocato Michele Giarratano, che ha seguito la causa, che si è chiusa nel modo migliore possibile per E., ora riconosciuto come genitore anche nel nostro Paese. Sull’esito c’era pessimismo, visto che appena due mesi fa il Comune di Milano era stato costretto a bloccare la registrazione all’anagrafe dei figli delle famiglie omogenitoriali come conseguenza dell’input arrivato dal Ministero degli Interni alle Prefetture.
“In questo caso però tanto il Tribunale quanto la Prefettura hanno deciso di accogliere la nostra richiesta – spiega Giarratano – L’adozione per casi particolari non era infatti applicabile perché era venuto meno il padre biologico, che quindi non poteva evidentemente dare il consenso. Questo era l’unico modo per tutelare l’interesse del minore, che deve già convivere con la tragedia di aver perso un padre e si sarebbe visto costretto a fare i conti anche con il trauma di dover rinunciare all’altro”.
Il padre ora però osserva: “Ho potuto ottenere il riconoscimento di padre del mio bambino solo grazie alla morte di mio marito. La tragedia ci ha dato un appiglio legale, visto che per la stepchild adoption serve il consenso del genitore biologico, nel nostro caso ormai impossibile da ottenere”.