Oltre all’aumento delle bollette per energia e gas, gli italiani dovranno mettere mano al portafoglio per il rincaro dei prezzi che sta interessando il carburante. L’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, tramite Quotidiano Energia, ha reso noto il costo medio nazionale dei combustibili. La benzina in modalità self service è arrivata a costare 1,728 euro al litro, aumentando di 6 centesimi in un giorno. Il prezzo del diesel, invece, sempre in modalità self, è fissato a 1,588 euro al litro. Sul servito, la benzina è aumentata in 24 ore di 7 centesimi. L’attuale costo è di 1,863 euro al litro, mentre il prezzo medio del diesel servito è pari a 1,731 euro al litro. Non va meglio per il Gpl e il gas metano. Il primo va da 0,807 a 0,823 euro al litro, il secondo costa tra 1,538 e 1,884 euro al litro.
Prezzi destinati a salire se si guarda a cosa sta accadendo al petrolio, in rapida corsa con il greggio Wti di riferimento che sale ancora dello 0,58% e sfiora gli 83 dollari al barile (82,92) ai massimi dall’autunno del 2014. Corre anche il Brent che guarda a quota 85 a 84,72 dollari al barile (+0,465).
Come riporta il Corriere della Sera, per il Codacons, ogni famiglia dovrebbe finire per spendere circa 390 euro in più all’anno per rifornirsi di carburante. Benzina e gasolio, rispetto al mese di ottobre del 2020, hanno avuto un incremento rispettivamente del 23,4% e del 24,3%, una mannaia che si è abbattuta sulla testa degli italiani. Gli aumenti, comunque, non riguardano solo il pieno nella propria auto, ma anche una serie di prodotti di largo consumo. La crescita dei costi dei carburanti incide anche sui trasporti, un surplus che viene caricato sui beni e che, alla fine, è pagato dagli stessi cittadini. Il Codacons si è rivolto al governo affinché riduca le accise che gravano sui carburanti, oltre a chiedere anche la diminuzione dell’aliquota dell’Iva.
Ma non finisce qui, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato guerra al diesel, in nome della trazione energetica, e la prossima mossa della politica potrebbe essere quella di introdurre una nuova tassa sulle auto a gasolio. L’eliminazione dei cosiddetti Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), potrebbe portare ad una stangata senza precedenti sulle accise del gasolio per autotrazione.
L’obiettivo del Ministro è quello di abolire tutte le agevolazioni (considerate “sussidi ambientalmente dannosi”) che, in qualche modo, favoriscono l’utilizzo di prodotti energetici consideranti inquinanti, a partire proprio dal gasolio per autotrazione.