Lo sposo che “fugge” prima delle nozze dovrà pagare l’abito inutilizzato della sposa
Ripensamenti prima di marciare verso l’altare? Pratica conosciuta e forse anche frequente, se non fosse che adesso il promesso sposo che deciderà di tirarsi indietro prima di pronunciare il fatidico sì dovrà poi pagare ugualmente l’abito inutilizzato della sposa e tutte le spese sostenute dalla ex. Come specificato da Il Sole 24 ore, a stabilirlo è la sentenza 17506 della Corte di Cassazione, secondo la quale chi vorrà rompere la promessa senza giustificata motivazione dovrà sottostare al rimborso.
Il caso è partito da un futuro sposo che aveva provato a giustificare il ripensamento dando la colpa dapprima ai genitori, che non erano favorevoli all’unione, e poi invece mostrando dubbi sulla sincerità dei sentimenti della sua fidanzata, forse interessata soltanto alla sua disponibilità economica. Eppure, il non più promesso sposo sembra essere ben legato ai suoi averi, poiché ha deciso di trascinare l’ex in tribunale perché non vuole restituirle 3000 euro, una cifra che coprirebbe il costo dell’abito da sposa e altre piccole spese supportate per il grande giorno. L’uomo, dopo aver fatto un calcolo approssimativo delle spese sostenute dall’ex, ha ritenuto che 3000 euro fosse una cifra troppo alta per quanto realmente speso.
Il promesso sposo, secondo i testimoni, avrebbe cambiato idea sei giorni prima di pronunciare il “sì” e la donna aveva quindi già effettuato le spese per il grande giorno. Al ricorrente non resta che pagare.
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