Sparatoria Trieste, fratello del killer
Nuovi particolari sulla sparatoria avvenuta ieri pomeriggio, venerdì 4 ottobre, alla Questura di Trieste, in cui sono morti due poliziotti: dopo che l’autore del delitto Alejandro Augusto Stephan Meran ha sparato e colpito i poliziotti, il fratello Carlysle Stephan Meran si è barricato all’interno dell’ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico.
Secondo la ricostruzione, dopo aver sentito l’esplosione dei colpi di pistola, l’uomo, impaurito e sotto shock, ha sbarrato la porta dell’ufficio spostando una scrivania. Poi, non udendo più gli spari, è scappato nei sotterranei dell’edificio, dove è stato individuato e bloccato da alcuni agenti.
Al termine dell’interrogatorio avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, sarebbe emerso che Carlysle non è correo del fratello Alejandro.
È stato inoltre ribadito che entrambi i fratelli, originari della Repubblica Dominicana, sono regolarmente in Italia con due permessi di soggiorno rilasciati per motivi familiari, uno a tempo determinato, l’altro a tempo indeterminato.
Ha inoltre trovato conferma la notizia che Alejandro soffre di disturbi psichici, e non era seguito dai servizi specifici della città.
In occasione dell’interrogatorio, Alejandro Augusto si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti.
Nella tarda serata di ieri il magistrato di turno e il Procuratore, dopo che il primo in Questura aveva sentito il fratello Carlysle, hanno raggiunto l’indagato all’ospedale Cattinara per interrogarlo. Quest’ultimo però si è avvalso della facoltà di non rispondere. I magistrati lo hanno dichiarato in stato di fermo.
La ricostruzione e il ruolo del fratello del killer
Secondo la ricostruzione dei fatti, tutto è iniziato dal furto di uno scooter compiuto in mattinata da Alejandro Augusto Stephan Meran. Subito dopo il colpo, il 29enne che avrebbe poi ucciso i due poliziotti, chiama il fratello 32enne, Carlysle Stephan Meran, che poi decide di avvertire la polizia.
Dopo la chiamata, sul posto sono giunte una Volante con due agenti a bordo e un’auto della Squadra Mobile. I due fratelli dominicani sono quindi saliti sulla prima vettura, mentre l’altra li seguiva a distanza, un po’ più indietro a causa del traffico, in quella che sembrava un’operazione di routine, senza difficoltà.
Quando i quattro a bordo della Volante sono entrati in Questura, la tragedia.
Alejandro, affetto da difficoltà psichiche, ha chiesto di andare in bagno. Gli agenti lo hanno accompagnato ma all’improvviso lui ha ingaggiato una colluttazione.
Nello scontro il 29enne è riuscito a sfilare la pistola dalla fondina di un poliziotto e poi a sparare. La Questura ha parlato di “spari a bruciapelo” che non hanno lasciato ai poliziotti la possibilità di difendersi.
I due agenti, Pierluigi Rotta e Marco Menego, di 34 e 30 anni, sono rimasti a terra senza vita, morti nel corridoio della Questura dove lavoravano.
Il fratello del killer, Carlysle, era intanto fuggito nei sotterranei della Questura.
Dopo la sparatoria Alejandro Augusto ha tentato una fuga disperata. Quando è uscito dalla Questura ha ferito un piantone, poi ha tentato di entrare in un’auto della polizia. Gli agenti della Squadra Mobile, che intanto era sopraggiunta, hanno sparato, lo hanno ferito, e sono riusciti a immobilizzarlo.
In seguito è stato interrogato Carlysle, che terrorizzato si era nascosto.