Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Tre giorni di malattia al mese per il ciclo mestruale: la bozza di legge in Spagna

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 12 Mag. 2022 alle 15:54 Aggiornato il 12 Mag. 2022 alle 16:03

    Il ministero spagnolo per le Pari Opportunità ha proposto una legge che rivoluzionerebbe la vita delle donne nel Paese, introducendo per la prima volta il congedo mestruale. La bozza, visionata dal quotidiano El Pais e in discussione in Consiglio dei Ministri la settimana prossima, era stata elaborata per regolare i casi di aborto ma la versione finale include anche altre importanti novità, tra cui tre giorni di malattia al mese per le lavoratrici che hanno il ciclo. Anche se la versione attuale potrebbe subire delle variazioni prima di approdare in Parlamento, è la prima volta che il tema del ciclo mestruale viene inserito in un progetto di legge e più in generale che la salute mestruale viene inclusa nel diritto alla salute.

    La legge nel dettaglio prevede tre giorni di congedo per malattia sotto controllo medico per mestruazioni, con possibilità di estenderlo a cinque per chi ha periodi invalidanti con dolore intenso, nausea, vertigini e vomito, sintomi che alcune donne soffrono quando hanno il ciclo. Inoltre i consultori che offrono servizi sociali per le donne a rischio e le carceri sono chiamati a offrire gratuitamente assorbenti e altri prodotti per l’igiene necessari durante le mestruazioni. Prevista inoltre l’eliminazione dell’IVA per articoli specifici per l’igiene femminile e un congedo retribuito prima del parto, dalla 36esima settimana fino al momento della nascita. Sono poi inclusi protocolli contro l’aborto forzato, la contraccezione e la sterilizzazione, con particolare attenzione alle donne con disabilità.

    La legge propone anche di rendere l’aborto gratuito fino alla 14esima settimana di gestazione e fino alla 21esima nei casi di aborto terapeutico, ovvero un’interruzione per motivi medici, come una malformazione del feto o il pericolo per la vita della madre. Ciascuna comunità autonoma, che ha le competenze in materia sanitaria, deve permettere inoltre, secondo il provvedimento, l’interruzione di gravidanza in almeno un centro pubblico nei capoluoghi di provincia. Le ragazze potranno abortire senza il permesso della madre, del padre o di chi ne fa le veci dai 16 anni in poi e verranno eliminati i tre giorni di riflessione attualmente obbligatori. Infine si chiede che i contraccettivi e la pillola del giorno vengano finanziati dal sistema pubblico.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version