“Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo, ti amo Vincenzo mio”. Lo scrive su Facebook Paola Carnemolla, la madre del bambino di 10 anni morto dopo essere precipitato in un pozzo a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa.
La tragedia è avvenuta ieri, giovedì 27 giugno, durante una gita del campo scuola organizzato dalla cooperativa Anffas, che si occupa di minorenni con disabilità.
Vincenzo era il fratello di un ragazzo disabile. Un’operatrice della cooperativa di 54 anni ha provato a salvarlo, calandosi con una corda nel pozzo, profondo circa 15 metri e per circa metà coperto d’acqua, ma è rimasta bloccata senza riuscire a raggiungere il bambino.
La donna è stata poi estratta viva dai Vigili del fuoco e affidata alle cure del 118, mentre per il piccolo non c’è stato nulla da fare: è stato recuperato solo il suo corpo senza vita.
La Procura di Siracusa ha aperto un’indagine per omicidio colposo: al momento risultano iscritti al registro degli indagati il proprietario del terreno in cui si trova il pozzo e gli educatori della cooperativa. Si tratta di un atto dovuto, in attesa che l’autopsia, prevista per domani, 29 giugno, fornisca ulteriori informazioni sulle cause del decesso.
Resta infatti da chiarire se Vincenzo sia morto per annegamento o per una lesione riportata durante la caduta, così come gli inquirenti dovranno accertare se il pozzo rispetti tutte le norme previste.
Vincenzo e gli altri bambini erano in visita a una fattoria: lo scopo della gita era raccontare e mostrare ai piccoli la lavorazione di alcuni prodotti agricoli.
L’escursione era ormai conclusa: il pullman che avrebbe dovuto riportare la comitiva indietro aveva già il motore acceso. Vincenzo si sarebbe avvicinato al pozzo e avrebbe iniziato a saltellare sulla sua copertura, che però a un certo punto avrebbe ceduto sotto il suo peso, facendolo precipitare nella cavità.
Secondo un testimone, il piccolo non sarebbe morto sul colpo. Salvatore La Rosa, che vive in una casa accanto alla fattoria, ha riferito al Tgr Sicilia che il bambino chiedeva aiuto e che durante i tentativi di soccorrerlo avrebbe anche parlato con i suoi genitori.
Il testimone ha anche confermato l’impegno delle educatrici per tentare di salvarlo, ma lancia un’accusa contro i soccorritori che, a suo dire, sono arrivati dopo che “saranno passate due ore”: secondo l’uomo la tragedia “si sarebbe potuto evitare”.
Ugo Macchiarella, comandante dei Vigili del fuoco di Siracusa, però respinge le accuse: “Siamo intervenuti appena ci è arrivata la richiesta di soccorso”, fa notare. “Quando la squadra è giunta sul posto, i pompieri si sono immediatamente calati nel pozzo e sono riusciti a recuperare la donna, che è stata affidata ai sanitari. Purtroppo per il bimbo non c’è stato nulla da fare. Abbiamo tentato il possibile, ma quando lo abbiamo recuperato era già morto”.
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