L’appello del sindaco di Bergamo: “Il forno crematorio non basta più”
“Tante salme sono state spedite in altri luoghi per la cremazione. Il forno della città di Bergamo non è in grado di smaltire tutto il lavoro che deve fare; questo non per dare particolari truculenti ma per farvi capire la fatica, la sofferenza. Sono amici che muoiono, conoscenti, colleghi”. È un quadro agghiacciante quello tracciato da sindaco di Bergamo Giorgio Gori che è intervenuto nella serata di ieri alla trasmissione “Che tempo che fa”, su Rai2.
“La città è l’epicentro di questa emergenza. Il numero dei contagiati continua a crescere, di quelli portati in ospedale, messi in terapia intensiva – ha detto il sindaco di Bergamo -. Purtroppo cresce il numero dei decessi, circa 50 al giorno, 300 nell’ultima settimana”. Il sindaco ha sottolineato come, se non si riuscirà a ridurre il numero dei contagi, facendo inclinare quella curva che continua a crescere ed è ormai arrivata a 3429 casi in tutta la provincia, “non saremo in grado di far fronte a tutte le necessità”. Una situazione che si sta già verificando per quanto riguarda un aspetto dell’emergenza. Già negli scorsi giorni si era levato l’allarme per i troppi decessi.
Sta diventando virale il video che mostra decine di bare all’interno di una chiesa di Bergamo. Il filmato diffuso sui social rivela con forza il dramma del Coronavirus nella città lombarda. A causa dell’elevato numero di morti non si trova più posto per i feretri nelle camere mortuarie e così vengono allineati all’interno della cappella. Un altro video che negli ultimi giorni ha fatto scalpore è stato quello in cui viene mostrato il numero dei necrologi sul giornale Eco di Bergamo: da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus le pagine sono aumentate da 1 a 10. Nel filmato un uomo sfoglia due edizioni del quotidiano locale. La prima risale al 9 febbraio, la seconda è invece di venerdì 13 marzo. La differenza nel numero di necrologi fa impressione. Quanto alla prima edizione, gli annunci che riguardano la scomparsa di cittadini bergamaschi si fermano una pagina e mezza, mentre il 13 marzo arrivano addirittura a 10 pagine.
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