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    Silvia Romano, il giallo della conversione all’Islam: “Lo dirò subito a mia madre”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 10 Mag. 2020 alle 11:33 Aggiornato il 10 Mag. 2020 alle 11:57

    Silvia Romano libera, il giallo della conversione all’Islam

    Un blitz a 30 chilometri da Mogadiscio: così è stata liberata Silvia Romano nella notte tra l’8 e il 9 maggio. A condurre le operazioni è stata l’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna. La volontaria italiana di 24 anni rapita in Kenya il 20 novembre 2018, è stata liberata e sta bene. Rientrerà a casa oggi, dopo ben 535 giorni di prigionia con un volo speciale che atterrerà all’aeroporto di Roma Ciampino.

    Come si è appreso ieri, la cooperante italiana era nelle mani del gruppo terroristico Al Shaabab. A coadiuvare i servizi di intelligence italiani sono stati i servizi segreti della Turchia e della Somalia, tanto che, in queste ore, c’è chi parla di “riscatto degli 007 turchi” per il contributo fattivo all’operazione. Decisivo il fatto che in Somalia, la Turchia ha in gestione una base militare. È qui che i turchi portano avanti missioni di addestramento dei soldati locali.

    Sin dall’inizio della vicenda la prima pista seguita dagli inquirenti è appunto quella dei gruppi terroristici vicini ad Al Shabaab. Il primo segnale che le trattative per la sua liberazione, che in questi mesi non si sono mai fermate, potessero andare a buon fine è arrivato il 17 gennaio 2020, con un video che mostra la cooperante, che sembra in buona salute: “Sono Silvia Romano, sto bene…”. Il filmato conferma la mano jihadista dietro alla sua cattura. Degli otto autori del rapimento due vengono arrestati, cinque sono ricercati.

    Dopo la diffusione del filmato parte l’ultima delicata fase, quella della negoziazione per il pagamento del riscatto, che si concluderà positivamente nella notte di venerdì. Silvia viene liberata e viene subito trasferita nell’ambasciata italiana in Somalia. È qui che – come riporta il Corriere – quando le chiedono di cambiarsi spiega di essere “una convertita”, chiarisce di volerne ‘parlare subito con mia mamma appena la rivedrò’. Già nei mesi scorsi era circolata la notizia che fosse stata costretta a sposare uno dei carcerieri e aderire all’Islam.

    Sull’ipotesi della conversione all’islam durante la prigionia e di un matrimonio con un carceriere secondo il rito islamico, si esprime anche Alberto Vecchi, il diplomatico che l’ha accolta all’ambasciata italiana: “In questi mesi vestirsi in questo modo credo sia stata un’abitudine, non ritengo possa indicare di per sè un atteggiamento spirituale e comunque su tutti gli aspetti personali è giusto che a parlare sia la giovane”.

    La 24enne sarà oggi stesso ascoltata dai pm della Procura di Roma titolari delle indagini sul sequestro della giovane. Silvia Romano sarà infatti sentita dagli inquirenti che sulla sua scomparsa avevano aperto un fascicolo per sequestro di persona per finalità di terrorismo. In questa sede sì capirà forse se la conversione all’Islam di Silvia Romano è stata una decisione spontanea e convinta e se è davvero la sua scelta definitiva.

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