Sicilia, Musumeci richiama in giunta l’assessore indagato che voleva “spalmare i morti”
Ruggero Razza, l’assessore alla Salute siciliano intercettato mentre chiedeva di “spalmare” i dati sui morti per Covid-19, tornerà al suo incarico poco più di due mesi dopo essersi dimesso. Lo ha deciso il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, affermando di aver commesso un “errore” nell’accettare le dimissioni presentate il 30 marzo scorso da Razza, indagato per la presunta falsificazione dei dati sulla pandemia.
“Lui non voleva rientrare e siccome ho commesso io l’errore di accettare a poche ore dalla notizia dell’avviso di garanzia, allora gli ho detto che doveva ritornare in giunta”, ha detto Musumeci, affermando che “fino a un eventuale terzo grado di giudizio per me una persona è innocente”. “Se in Italia tutti i politici gli uomini di governo raggiunti da avviso di garanzia dovessero dimettersi dovremmo fare le elezioni ogni sei mesi”.
Razza è accusato dalla procura di Trapani di falsità materiale ed ideologica nell’ambito di un’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati comunicati dal dipartimento dell’assessorato all’Istituto superiore di sanità (Iss). In una delle intercettazioni effettuate l’assessore aveva chiesto alla dirigente che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid di distribuire su più giorni i decessi dei giorni precedenti per evitare, secondo la procura, che la regione fosse classificata come “zona rossa”, cioè ad alto rischio di contagio da Covid-19. “Spalmiamoli un poco” aveva risposto alla dirigente che chiedeva se lasciare invariati o “spalmare” i dati dei decessi di tre giorni prima.
L’indagine sulla falsificazione dei dati, che ha portato a tre arresti, avrebbe documentato circa 40 episodi di falso, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Gli arrestati sono accusati di aver alterato in svariate occasioni il flusso dei dati diretti all’Iss sulla pandemia modificando il numero dei positivi e dei tamponi e a volte anche quello dei decessi.
“Dal primo momento ho detto che le indagini giudiziarie e le responsabilità politiche devono essere separate, nel pieno rispetto per il lavoro della magistratura e dei principi che regolano la nostra vita democratica”, ha detto Musumeci, che dopo le dimissioni di Razza ha ricoperto l’incarico ad interim.
Una decisione duramente contestata dal presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, secondo cui “ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della Regione”.
Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e candidato alla presidenza della regione nel 2017, ha invece definito la nomina di Razza “l’ennesimo schiaffo ai siciliani”.
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