L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha vietato l’utilizzo in Italia di un lotto del vaccino anti-Covid AstraZeneca (diverso da quello che ha causato la sospensione in altri 6 Paesi europei) a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi sul nostro territorio. La decisione riguarda il lotto ABV2856 del vaccino anti Covid-19, ed è stato deciso per ragioni precauzionali, in modo da consentire all’Aifa di svolgere le verifiche del caso.
La sospensione è legata ai due decessi sospetti di personale militare e delle forze dell’ordine, avvenuti in Sicilia dopo la somministrazione della prima dose del vaccino. Sulle morti sono state aperte due diverse inchieste, anche se non risulta al momento alcuna correlazione tra la somministrazione del farmaco e i decessi.
A perdere la vita sono stati Stefano Paternò, 43 enne di Corleone in servizio ad Augusta come Sottoufficiale della Marina Militare, morto lo scorso 9 marzo dodici ore dopo essersi sottoposto alla prima dose di vaccino per un arresto cardiaco, e Davide Villa, poliziotto dell’Anticrimine di Catania, morto il 7 marzo, 12 giorni dopo l’inoculazione del vaccino (anche se aveva cominciato ad accusare malori già dal giorno successivo alla somministrazione). In questo caso, i medici gli hanno diagnosticato una trombosi venosa profonda, poi sfociata in emorragia cerebrale.
“Non ci sono evidenze che il decesso sia legato alla somministrazione del vaccino”, ha detto il procuratore di Siracusa Sabrina Gambino, “al momento non risulta alcuna correlazione. Avvieremo gli accertamenti sul caso e sarà l’autopsia a stabilire quali sono state le cause della morte”.
In Italia non sono invece arrivate dosi del lotto ABV5300, le cui dosi hanno ricevuto lo stop alla somministrazione in 5 Paesi europei (Austria, Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo). Dopo alcuni casi sospetti di trombosi legati allo stesso lotto, la Danimarca ha sospeso temporaneamente e in via precauzionale le somministrazioni del vaccino Astrazeneca.
Nei giorni scorsi, aveva fatto notizia il caso di un’insegnante morta tre giorni dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca a Napoli, Annamaria Mantile, ma poi l’autopsia ha accertato che la donna è morta a causa di un infarto intestinale provocato da un’ernia.
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