Un giudice del Tribunale del lavoro di Messina ha dato ragione a un’infermiera del sindacato Nursind che, dopo aver rifiutato di sottoporsi al vaccino contro l’influenza, era stata sospesa dal lavoro. A sancire l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale in Sicilia per tutti i medici e gli operatori sanitari, in concomitanza con la pandemia di Covid-19, era un decreto dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, che prevedeva – in caso di rifiuto della vaccinazione – “l’inidoneità temporanea, per tutto il periodo della campagna, allo svolgimento della mansione lavorativa”. La decisione del giudice diventa ancora più rilevante in previsione della vaccinazione di medici e operatori sanitari contro il Sars-Cov-2. “Un sanitario che non si vaccina è un pericolo per i suoi pazienti. In Italia però gli viene garantita la libertà di mettere in pericolo i suoi pazienti in nome dell’egoismo e dell’ignoranza. Di nuovo, strano concetto di libertà quello che esiste nel nostro paese”, ha commentato l’immunologo Roberto Burioni, condividendo la notizia sulla pagina Medical Facts.
La decisione del Tribunale del Lavoro di Messina
Il sindacato Nursind aveva contestato che l’atto della Regione Siciliana potesse prevalere rispetto al principio “di autodeterminazione del cittadino e del lavoratore“, nonché rispetto al “diritto al lavoro”. L’assessorato alla Salute si era difeso sottolineando che l’obbligo di vaccinazione aveva “l’evidente intento di salvaguardare la salute pubblica e di ridurre le conseguenze della pandemia”.
Nel suo provvedimento, il giudice del Lavoro ha affermato che “la normativa volta a contrastare la diffusione del Covid 19 non ha introdotto un obbligo vaccinale per il personale sanitario, il cui mancato assolvimento determina inidoneità al lavoro”. Citando una sentenza del Tar del Lazio, inoltre, ha sostenuto che l’introduzione dell’obbligo del vaccino non appare rientrare nella competenza regionale.
Bassetti: “L’80% dei sanitari non fa vaccino per influenza”
Secondo l’infettivologo genovese Matteo Bassetti, il personale sanitario sarà particolarmente restio al vaccino anti-Covid. “Lo conosco. Una delle più grosse resistenze da questo punto di vista l’abbiamo trovata tra i medici e gli infermieri”, ha dichiarato Bassetti ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora. “Per il vaccino influenzale si vaccina solo il 20 per cento, mentre l’80 per cento non si vaccina. Per il Covid – ha proseguito Bassetti – secondo me si dovrebbe arrivare al 100 per cento dei vaccinati tra il personale sanitario”. Per l’infettivologo, “se arriviamo al 50 per cento è da stappare delle bottiglie, anche se è pochissimo”. Personalmente, Bassetti dice che non ha dubbi: “Lo avrei già fatto se fosse uscito”. E assicura: “Il vaccino di Pfizer e Moderna ha una tecnologia eccezionale, con la quale potremo fare molti vaccini in futuro. E questa è una cosa molto positiva dal punto di vista scientifico”.
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