“Venerdì 6 marzo 2020, alle ore 12.00, ricevemmo la telefonata del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte: essendo Siare Engineering l’unico produttore italiano di ventilatori polmonari, il Governo decise di investire su di noi. Il presidente ci chiese di presentare un progetto entro le ore 16.00. In 4 ore mio papà Giuseppe, presidente e fondatore dell’azienda, io e tutto il nostro staff cercammo di capire la fattibilità tecnica ed economica di questa mega-operazione”. E’ il racconto, in esclusiva per TPI, di Luca Preziosa, direttore generale di Siare Engineering, l’azienda di Crespellano-Valsamoggia, nel Bolognese, incaricata all’inizio del mese di marzo dalla Protezione Civile di fabbricare 2.350 respiratori polmonari destinati a curare i malati di Coronavirus negli ospedali.
Il proseguimento della storia, o meglio della sfida di Siare Engineering per far letteralmente “respirare l’Italia” malata di Covid-19, è contenuta in un capitolo del libro “Tempo di IoP: Intranet of People” (Ed. Dario Flaccovio), di Filippo Poletti, giornalista professionista ed esperto di comunicazione aziendale, in uscita in libreria il 28 maggio e già disponibile da sabato 9 maggio in e-book. La risposta di Luca Preziosa è semplice, si direbbe “primaria”, su cosa veramente conta in un’azienda e in una comunità: “Tutto merito del lavoro di squadra”. Parole che si intrecciano al titolo del volume che, con un gioco di parole, sostituisce la nota tecnologia d’avanguardia dell’Internet of things, ovvero l’Internet delle cose, con l’Intranet of People, ovvero la “comunicazione interna tra le persone”, con quest’ultime che devono tornare al centro dell’impresa.
Così è stato per la prima azienda che in Italia ha adattato, in questo caso accelerato, la propria produzione all’emergenza sanitaria nazionale causata dal Coronavirus. “Realizzammo fin da subito che non sarebbe stato possibile reclutare 25 operai specializzati in 48 ore”, racconta il d.g. di Siare Engineering. “Avendo il ministero della Difesa tante aziende produttrici di apparecchiature tecnologiche, ci venne l’idea di chiedere la collaborazione dell’Esercito italiano. Dopo aver risposto positivamente alla chiamata del presidente del Consiglio, in 24 ore eravamo già in contatto con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e la Protezione Civile che, nell’arco di due giorni, ci hanno messo a disposizione 25 tecnici della Difesa: li abbiamo fin da subito inseriti nel nostro team”.
“Successivamente, per aumentare ulteriormente il ritmo della produzione, abbiamo avviato la collaborazione con FCA a Cento e Ferrari a Maranello, entrambe specializzate nel settore della meccatronica. È nato tutto molto velocemente: il segreto per fare 2.350 respiratori in poco tempo è stato, come dicevo, il lavoro fatto a più mani”. La prima consegna avviene lunedì 9 marzo, con la consegna delle prime 320 macchine, ma il lavoro in azienda resta serrato. “Nel corso dei mesi abbiamo lavorato sei giorni su sette, dal lunedì al sabato, con turni fino a 10 o 11 ore”, ricorda Preziosa.
“Lo sforzo fisico è stato vissuto con una carica emotiva molto forte. Tutti noi sapevamo dove andavano a finire queste apparecchiature: prima arrivavamo, più vite umane avremmo salvato. Questa partecipazione ha suscitato nel gruppo un senso del dovere e di appartenenza alla nazione straordinario. Eravamo già una grande famiglia: questa impresa ci ha uniti ulteriormente. Ci siamo dimenticati che stavamo lavorando dentro una fabbrica: sembrava di essere dentro una grande casa, all’interno della quale l’unica missione era quella di aiutarsi reciprocamente. Altro aspetto particolare è stato aver portato dentro a un’azienda privata un apparato dello Stato, condizione vista solo in tempi della guerra: i nostri ragazzi e i militari sono diventati un corpo unico. Non a caso tutta Siare Engineering ha messo sul petto la spilletta della Difesa come se fossimo soldati, scesi in campo per combattere la stessa battaglia a favore della vita umana”.
Pubblicato nel 50esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori, un evento tanto importante quanto delicato per la storia del nostro Paese, il libro di Poletti vuole sfatare un mito: le aziende non hanno dipendenti, bensì dipendono dai collaboratori. Grazie alla comunicazione interna e in particolare allo strumento della intranet le imprese possono unire le energie. Oltre al contributo del DG di Siare, altri interventi arricchiscono il dibattito su quello che sarà la “nuova impresa” nell’epoca del Covid 19. Tra gli intervistati Valentina Uboldi, responsabile comunicazione interna Eni, Luca Pesenti, docente di welfare aziendale della Cattolica e Stefano Mirti, ex capo social media Expo 2015, Oscar di Montigny, direttore Marketing e comunicazione di Banca Mediolanum.
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