In questi giorni di emergenza Coronavirus in Italia sta emergendo la necessità di assistenza per malati, anziani e persone più fragili. Ruolo che può essere ricoperto dal terapista occupazionale, figura praticamente inesistente in Sardegna (5 professionisti sanitari nell’intero territorio isolano). In merito è intervenuta la Sezione AITO Sardegna che ha fatto pervenire alla nostra redazione una lettera. Ecco il testo:
Gentile Direttore,
in questi giorni sta emergendo in tutta Italia la necessità di ampliare la rete territoriale, per assistere i malati, gli anziani e le persone più fragili.
L’assistenza riabilitativa globale territoriale socio-sanitaria è regolata da disposizioni di carattere nazionale ed, in particolare, dalle Linee Guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione, approvate con Accordo tra il Governo e le Regioni del 7 maggio 1998, e dal successivo “Piano di indirizzo per la riabilitazione” approvato con Accordo tra il Governo e le Regioni del 10 febbraio 2011 che dettano indicazioni per garantire alla persona con disabilità un percorso riabilitativo più appropriato all’interno della rete assistenziale.
In entrambi i documenti è citato il terapista occupazionale, nel secondo è specificato che “Il domicilio è il luogo privilegiato per gli interventi di competenza del terapista occupazionale, per l’adattamento ambientale e l’addestramento all’utilizzo di ausili e tecnologie riabilitative”.
L’obiettivo principale della terapia occupazionale è quello di rendere le persone capaci di partecipare alle attività della vita quotidiana. I terapisti occupazionali raggiungono questo risultato lavorando con le persone e le comunità, aumentando le loro abilità per incrementare il coinvolgimento nelle occupazioni che vogliono fare, devono fare o ci si aspetta che facciano, oppure modificando l’occupazione o l’ambiente per meglio supportare la partecipazione nelle occupazioni (WFOT, 2012). Anche in questo momento di emergenza il professionista ha un ruolo preciso: garantire alle persone di non perdere l’autonomia e la capacità di svolgere le attività di vita quotidiana a causa della prolungata immobilizzazione a letto, della facile affaticabilità, della compromissione cognitiva, alleviare l’ansia e la depressione della persona che in alcuni casi si trova a non riuscire più a svolgere le attività più semplici a causa della malattia che debilita moltissimo e della nuova situazione destabilizzante.
Il terapista occupazionale, iscritto all’Ordine TSRM PSTRP, accompagna la persona nel rientro a casa; promuove il recupero e l’uso ottimale di funzioni finalizzate al reinserimento, all’adattamento e alla integrazione dell’individuo nel proprio ambiente personale,domestico e sociale; propone, ove necessario, modifiche dell’ambiente di vita e promuove azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività; partecipa alla scelta e all’ideazione di ortesi congiuntamente o in alternativa a specifici ausili (D.M. 136/97).
I programmi di terapia occupazionale possono alleviare alcuni dei problemi di isolamento, deprivazione sensoriale e occupazionale e l’inattività cognitiva, che sono rischi per il benessere a lungo termine.
Il terapista occupazionale sta sperimentando il lavoro da casa, sulla scia delle esperienze degli altri Paesi. La tele riabilitazione potrebbe essere utilizzata dai terapisti occupazionali per la valutazione, l’intervento, il monitoraggio, la supervisione e la consulenza. Altro ruolo potenziale del TO è all’interno delle scuole per facilitare l’utilizzo della teledidattica. Molti bambini non riescono a tenere tempi di concentrazione appropriati alle lezioni online, il TO potrebbe fornire loro supporto adattando l’attività o partecipando alla scelta di tecnologie assistive adeguate.
Utilizzando un approccio centrato sul cliente, i terapisti occupazionali possono valutare i bisogni delle persone. Gli interventi potrebbero includere la creazione di una routine, l’identificazione e dei punti di forza delle persone, l’insegnamento di tecniche di risparmio energetico e possono essere rivolti anche ai caregiver delle persone con demenza, ai genitori di bambini disabili, a persone con sclerosi multipla, malattie reumatiche, Parkinson, esiti di ictus e GCA, etc.
Con la presente, la Sezione AITO Sardegna chiede dunque ai decisori di attenzionare anche la figura del terapista occupazionale, finora praticamente assente nella rete territoriale isolana, nelle delibere comprendenti i requisiti organizzativi e i bandi di assunzione del personale, di modo da garantire questo servizio al cittadino, servizio inserito tra quelli Essenziali (DPCM 12.01.2017) e avvalorato da evidenze scientifiche, inerenti anche il rapporto costo-efficacia.
Ringraziamo il Direttore per l’attenzione dedicata,
Dott.ssa Gabriella Casu
Sezione AITO Sardegna