È uscito il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 30 settembre, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
Giorgia Meloni si appresta a diventare il primo presidente del Consiglio donna. Vuole fare la guerra ai poveri abolendo il reddito di cittadinanza, punta a riscrivere il Pnrr ma come Draghi giura fedeltà agli Usa su politica estera ed economica. Spinge per il ritorno ai fossili e al nucleare, minaccia i diritti e si prepara a stravolgere la Costituzione. Dall’economia alla politica estera, dai diritti alla transizione energetica: ecco dove vuole portare l’Italia.
La sinistra e il complesso dei migliori: in un’intervista di Luca Telese il politologo Luca Ricolfi analizza la sconfitta elettorale del Partito Democratico e spiega perché i dem oggi sembrano di destra.
L’anno zero della sinistra: Alleanze, invidie, correnti, vendette incrociate e protagonismi, correre divisi ha favorito l’ascesa del governo più a destra dal 1945. O le opposizioni si uniscono adesso, o sarà troppo tardi.
E ancora, viaggio tra i militanti dem che lanciano un grido d’allarme: “Il partito non ci ascolta, o cambia o rischia l’estinzione”.
Inoltre, un approfondimento sul caso Moby Prince: le ultime rivelazioni sul disastro che nel 1991 costò la vita a 140 persone nel porto di Livorno e il racconto inedito del figlio del comandante Ugo Chessa che da oltre trent’anni aspetta giustizia.
Le proteste per la morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia perché non abbastanza coperta, dilagano in tutto il Paese. La repressione ha già provocato oltre 70 morti, ma dalla folla sale un grido: “Stavolta non molliamo”. Lo speciale sulla rivoluzione del velo in Iran.
Infine, il sociologo Domenico De Masi propone un ritratto di Luiz Inácio Lula da Silva in occasione delle presidenziali brasiliane del prossimo 2 ottobre. Ha fatto il lustrascarpe, l’operaio e il sindacalista, è stato tre volte in galera e, per la terza volta, potrebbe diventare Presidente. Non piace ai banchieri, al Fmi e all’establishment neoliberista: ecco perché la sua rivoluzione socialdemocratica spaventa il capitalismo internazionale.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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