È uscito il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 3 febbraio, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
La nostra cover story è dedicata alle primarie del Partito Democratico. Quattro candidati per un Pd in crisi d’identità. E una sfida proibitiva per tutti: ridare un’anima e una missione alla sinistra.
Luca Telese intervista Elly Schlein, che si dice sicura di vincere la sfida delle primarie: “Altro che sparring partner di Bonaccini. Ho fatto i conti. Il partito ha 60mila tesserati, con me 20mila sostenitori iscritti. L’onda sta crescendo, sovvertiremo le vecchie correnti. E poi daremo battaglia al precariato”.
Viene dalla provincia. Non dorme mai. Per battere la destra alle regionali ha cambiato look. E ora punta a prendersi il Pd. “Voglio un partito senza puzza sotto il naso”. Dopo l’Emilia riuscirà a conquistare il Nazareno? Ritratto del favorito Stefano Bonaccini.
L’altro sfidante, Gianni Cuperlo, spiega a TPI perché non bisogna nascondere la polvere sotto il tappeto: “Questo è il congresso più importante di sempre. C’è in ballo l’esistenza stessa del Pd. Serve un segretario che si dedichi solo a ricostruire. Chi ha guidato il partito in questi anni aveva altri obiettivi”.
L’ex ministra Paola De Micheli, invece, è convinta che alla sinistra serva un nuovo umanesimo. “Rappresentare i ceti medi non è uno scandalo: un partito di governo deve interpretare i bisogni di tutti. Facciamo tesoro della lezione del Papa. Nel Pd le donne non sono ascoltate: non avere una corrente è stato un problema”.
E ancora, un’inchiesta esclusiva rivela la pista nera che porta alla narco-dittatura. Una nota inedita del Sisde ricostruisce i traffici in Bolivia tra Cosa Nostra e i terroristi Delle Chiaie e Diodato. Che negli anni ‘80 erano stati chiamati dal regime di Garcia Meza per creare una forza paramilitare.
In un’intervista a TPI, il segretario generale della Fiom Michele De Palma spiega perché lo Stato dovrebbe entrare in Stellantis: “Tra gli azionisti della multinazionale c’è il governo francese. Per bilanciare le posizioni anche il nostro deve diventare socio. Lo diceva pure Urso, che oggi è ministro dello Sviluppo economico”.
Ecco come la guerra di Putin sconfina nel Sahara. Fosforite. Metano. Migranti. Con l’aggressione a Kiev, Marocco e Algeria possono ricattare ancora di più l’Ue. Per sfidarsi sulla questione Saharawi. Ma mentre Rabat sta con gli Usa, Algeri compra armi da Mosca. E l’Europa fa la parte del vaso di coccio.
Infine, un approfondimento sulla svolta autoritaria di Netanyahu. Riforme illiberali. Pulsioni discriminatorie. E apartheid per i palestinesi. Con la destra al governo Israele rischia di diventare un’altra Ungheria. Ma una stretta sui diritti potrebbe pregiudicarne la stabilità.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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