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    “Il servizio Usca a Napoli non funziona, sono da solo con due anziane malate. Ci hanno abbandonati”

    La denuncia di un cittadino napoletano alle prese con Cup e Servizio Usca in attesa di poter far vistare la zia malata di Covid e con altre patologie

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 2 Dic. 2020 alle 13:54 Aggiornato il 2 Dic. 2020 alle 14:01

    “Il servizio Usca a Napoli non funziona, sono da solo con due anziane malate e non posso lasciarle sole. Cosa devo fare per avere una visita?”. È lo sfogo di un cittadino partenopeo, Francesco Oliva, che esasperato per le centinaia di telefonate a vuoto e delle ripetitive risposte degli operatori ha raccontato le sue vicissitudini a TPI.

    Francesco Oliva ci ha elencato le difficoltà incontrate in queste settimane dopo che sia lui, che sua madre e sua zia sono risultati positivi al Covid. In Campania è attivo da alcune settimane il servizio Usca, destinato a curare presso il domicilio i pazienti con grave sintomatologia che hanno contratto il Covid. In teoria, una volta che si attiva il processo, il medico andrà ad effettuare una visita domiciliare con tutti gli strumenti del caso: sarà in grado così, all’occorrenza, di praticare diversi esami, dal semplice prelievo di sangue all’elettrocardiogramma, passando per l’ecografia. Oliva però non riesce a far attivare il servizio per la zia, nonostante i numerosi tentativi.

    “Solo per me e mia madre, ci sono volute settimane per avere il risultato del tampone. Ora mia zia è malata di Alzheimer, è allettata poiché si è rotta il femore mesi fa, e attualmente risulta positiva al Covid. All’Asl Napoli 3 Sud il servizio Usca per l’Assistenza Domiciliare a distanza non funziona, il numero verde per gli esiti tampone è deserto. Io ho bisogno di prenotare una visita geriatrica domiciliare per mia zia ma sembra impossibile”, spiega Oliva.

    “Ho fatto attivare l’Usca dal medico curante di mia zia perché volevo un monitoraggio ma non ci sono riuscito. L’Usca non ha mai chiamato lei, ma me, chiedendomi se potevano attivare il servizio, cosa che avevo appunto già richiesto. Giorni dopo mi hanno chiamato con numero anonimo, senza quindi lasciare un riferimento da poter ricontattare. Mi hanno detto che il martedì seguente sarebbe venuto il medico, cosa che non è successa. Quel martedì, sempre da numero anonimo, mi chiama un altro medico e mi dice “Non sapevo nulla”. Dopo qualche giorno mi chiama un’altra dottoressa, stavolta da un numero in chiaro. Ha sentito che i parametri della saturazione stavano salendo e non si sono fatti più sentire. Spariti”.

    Ma la zia del signor Oliva ha ancora bisogno di una visita domiciliare e per ora nessuno ha verificato le condizioni dell’anziana donna. “L’unica persona che ci ha seguiti è stato il mio medico di base, ma lui non può visitarla”, spiega Oliva.

     

    “Ora sto chiamando il Cup per avere una visita domiciliare, per sapere cosa fare. Ha bisogno di una visita. Chiamando al numero designato, nonostante la voce registrata indichi esplicitamente che si può prenotare al telefono, la risposta che ricevo dagli operatori è solo una: bisogna recarsi di persona al Cup per prenotare. Ma io non posso lasciare due anziane da sole, ho anche mia madre anziana che da poco è risultata negativa al Covid. Di qualsiasi cosa mia zia può aver bisogno non posso lasciarle. Ho parlato con più operatori, mi dicono tutti la stessa cosa. È questa la sanità sbandierata da De Luca?”, conclude Oliva.

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