Nella tarda serata di sabato 13 agosto tra Afragola e Casoria (in provincia di Napoli) due ragazze avrebbero lanciato del liquido infiammabile per dare fuoco a un senzatetto. È quanto ha raccontato ai primi soccorritori il clochard vittima della terribile aggressione. L’uomo, che secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno tutti chiamano Antonio, era seduto su una panchina quando le due giovani si sarebbero avvicinate a lui per compiere il crudele gesto di appiccare il fuoco.
Dopo l’aggressione il clochard si sarebbe buttato a terra battendo le parti del corpo incendiate sull’asfalto e sarebbe riuscito a spegnere il fuoco. Poi, dolorante, si sarebbe spostato verso Afragola: rione Gescal, dove normalmente trascorre la notte dormendo in strada. Qui, notato da alcuni passanti, è stato soccorso. I medici del 118 gli hanno riscontrato ustioni al volto e alle braccia. Il senzatetto ha poi raccontato i dettagli dell’aggressione, ma ha rifiutato il ricovero. Ora si sono perse le sue tracce. I carabinieri lo stanno cercando per tentare di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Fanpage ha riportato le parole del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che è intervenuto sulla tragica vicenda: “Come riportato da Nano Tv sono preoccupanti le condizioni di salute di un clochard extracomunitario che vive nel Rione Gescal di Afragola. L’uomo racconta di essere stato bullizzato da due ragazze che gli avrebbero versato del liquido infiammabile addosso e dato fuoco. Ora rifiuta le cure sanitarie. Secondo i residenti il clochard, educato e riservato, presenterebbe ustioni su braccia e viso oltre a essere febbricitante. A nulla sono valse le insistenze dei sanitari giunti a soccorrerlo sul posto in ambulanza e delle forze dell’ordine”. Quindi, il consigliere conclude: “Auspichiamo l’intervento del sindaco di Afragola che richiedendo un trattamento sanitario obbligatorio consentirebbe agli addetti ai lavori di curare e salvare il senzatetto vittima, inoltre, della peggiore forma di vigliaccheria umana quella di usare violenza contro i fragili e gli indifesi. Chiediamo alle forze dell’ordine di verificare quanto da lui raccontato: se la storia è vera, si risalga ai responsabili del vile gesto intervenendo con misure esemplari”.