Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    “Sei sporca o sei nera?”: cosa c’è da sapere sulla frase razzista del libro di scuola elementare

    Di Cristina Migliaccio
    Pubblicato il 26 Set. 2020 alle 19:03

    “Sei sporca o sei nera?” la frase su un libro di scuole elementari scatena un’altra bufera

    In un libro di lettura per scuola elementare (precisamente prima elementare) salta all’occhio una frase: “Sei nera o sei sporca?”. Non bastava la vignetta razzista sul libro scolastico del Gruppo Raffaello (per la quale è stato chiesto scusa): questa volta al centro delle polemiche c’è la pagina di un manuale di prima elementare dell’Ardea Edizioni. La fotografia della pagina è stata pubblicata sui social ed è diventata in poco tempo virale. Nel dialogo tra i due bambini si associa il colore della pelle alla sporcizia. Anche le domande sotto il brano sono state oggetto di critica. Su Facebook la reazione degli utenti è stata immediata: “Stiamo ancora al tempo di Calimero e del corriere dei piccoli, non cambia niente, questa è da denuncia”, si legge in un commento. Un’altra invece riporta: “‘Lei ha sorriso ed è scappata via’… non avrei mai reagito così da bambina, sarei tornata a casa con un macigno addosso. Si vede che chi ha scritto sta ‘storia’ non ci è mai passata”.

    Arriva però il commento di Igiaba Scego, che cerca di spiegare cosa abbiamo visto nella pagina di questo libro: “È importante anche nelle lotte culturali farsi le domande giuste. Ora sta circolando sui social una pagina di un libro di “scuola” o comunque dell’infanzia molto stereotipato. Io per curiosità sono andata a guardare il profilo dell’autrice che non conoscevo, Lucia Tumiati, e ho scoperto alcune cose”.

    Scego allora spiega: “L’autrice è del ’26, ebrea, staffetta partigiana, ha sofferto le leggi razziali. Il libro è del ’95 quando il mondo purtroppo non aveva ancora certe sensibilità. E spesso anche chi voleva predicare un messaggio positivo non aveva il linguaggio giusto. Immagino che l’autrice (amica di Rodari) volesse veicolare un messaggio positivo che naturalmente ai nostri occhi, non solo ai miei afrodiscendenti, non lo è affatto. Guardando questa pagina e accanto la biografia dell’autrice mi sono detta che è tutto un po’ più complicato. Abbiamo due strade davanti. Fare la polemica social per prendere un po’ di like o cominciare, soprattutto chi può (autori per ragazzi, insegnanti, case editrici, ecc) ad attivarci per libri di testo per la scuola migliori, più belli, con contenuti più ariosi&globali, scritti bene (io penso sempre che molti miei amici autori potrebbero fare cose meravigliose già lo so) e che incuriosiscano i giovani lettori. Serve una rivoluzione copernicana insomma”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version