Sea Watch soluzioni sblocco stallo | La nave Sea Watch, dopo aver vagato nel Mediterraneo per 15 giorni, è entrata in acque italiane, violando l’alt delle autorità italiane. Adesso l’imbarcazione, capitanata da Carola Rackete, è ferma a largo di Lampedusa, in completo stallo. Qui abbiamo spiegato cosa rischia la capitana per aver violato il blocco navale.
Al momento, spiega l’agenzia Ansa, né Guardia Costiera né Guardia di Finanza hanno ricevuto indicazioni perché la situazione possa sbloccarsi rapidamente.
Vi sono due soluzioni plausibili. La prima è quella prospettata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, ovvero un accordo ‘diplomatico’ con l’Unione europea per ridistribuire i 42 migranti e che coinvolga Olanda e Germania. La seconda è emettere un provvedimento di sequestro della nave da parte della polizia giudiziaria o dell’autorità giudiziaria per consentire di far arrivare l’imbarcazione in porto e far scendere i migranti.
Il ministro aveva infatti detto in un video-messaggio: “Non sbarca nessuno, a meno che qualcuno a Bruxelles, Amsterdam o Berlino non sia disposto a farsene carico”.
Al momento secondo quanto riferisce l’Ansa, non è stata formalizzata alcuna denuncia né nei confronti della capitana Carola Rackete, che rischia oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche la contestazione del reato di mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte di una nave da guerra come già successe per comandante e capo missione della Mare Ionio, né dell’equipaggio.
L’indicazione al momento è quella di attendere che la situazione si sblocchi per via diplomatica. Anche se, “l’attesa non può essere infinita”.
L’arresto della capitana e dell’equipaggio, invocato dallo stesso Salvini, non sembra essere plausibile. Dal punto di vista penale la situazione è identica a quelle precedenti che hanno coinvolto sia la Sea Watch sia la Mare Ionio e in nessuno di quei casi sono stati presi provvedimenti come l’arresto.
• Qui link utili per saperne di più sulla vicenda: