I migranti soccorsi a gennaio dalla ong Sea Watch, sbarcati a Malta e destinati ad arrivare in Italia per essere accolti dalla Chiesa valdese, non arriveranno nel nostro paese. Ne prendono atto Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), e Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola valdese, in una lettera congiunta al premier Giuseppe Conte.
Era stato proprio il presidente del Consiglio ad annunciare il 10 gennaio scorso che “poco più di dieci persone” sarebbero arrivate in Italia accolte nelle strutture della Chiesa valdese “senza oneri per lo Stato”.
“Ma da allora nulla è accaduto”, comunicano i due pastori evangelici. “Dopo tre mesi di attesa, riteniamo che siano intervenuti accordi per cui i profughi, inizialmente destinati all’Italia, in realtà sono rimasti a Malta”.
“In questi mesi abbiamo più volte ribadito la nostra disponibilità a farci carico dell’accoglienza”, aggiungono Negro e Bernardini. “Ora prendiamo atto che la vicenda ha trovato una soluzione diversa da quella inizialmente prefigurata. Lo abbiamo comunicato formalmente al presidente Conte, cogliendo l’occasione per incoraggiare il governo a sostenere la buona pratica dei “corridoi umanitari” e anzi a rilanciarla in sede europea per garantire una via di accesso all’asilo, legale e sicura, per le decine di migliaia di profughi concentrati in Libia” (qui cosa sono i corridoi umanitari e come funzionano).
Giovanni Comba, presidente della Diaconia Valdese, ha espresso il suo “rammarico per la conclusione della vicenda”, esprimendo il timore che, “in mancanza di un accordo chiaro tra gli stati dell’Unione Europea, i migranti siano considerati pedine di scambio fra i diversi paesi e non persone portatrici di diritti”.
Dal 2016 la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Comunità di Sant’Egidio hanno promosso un corridoio umanitario dal Libano che, con la collaborazione della Diaconia Valdese, ha consentito fino a oggi l’accesso sicuro e legale in Italia di oltre 1600 profughi in condizioni di grave vulnerabilità.
Un’iniziativa analoga è stata realizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana e, sull’onda dell’esperimento italiano, altri corridoi umanitari sono stati aperti dal Libano verso la Francia e il Belgio.
Di seguito l’audio con le dichiarazioni di Federica Brizi, responsabile accoglienza Federazione chiese evangeliche italiane, a TPI: