Sea Watch commento Michela Murgia | Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3 ha deciso di forzare il blocco ed entrare in acque italiane. La nave, con a bordo 42 migranti, che dal 12 giugno vaga nel Mediterraneo in attesa di sbarcare, è diretta a Lampedusa. (Qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale sul caso).
“La capitana ha fatto la sola scelta giusta: violare il confine per non continuare a violare i diritti umani. Solidarietà e coraggio, Carola: i soldi per le multe li troveremo insieme. #SavingHumans #SeaWatch3”, ha detto Michela Murgia, la scrittrice da sempre in prima linea per i diritti dei migranti.
La capitana ha fatto la sola scelta giusta: violare il confine per non continuare a violare i diritti umani. Solidarietà e coraggio, Carola: i soldi per le multe li troveremo insieme. #SavingHumans #SeaWatch3 pic.twitter.com/wKaqdP3Uqg
— Michela Murgia (@KelleddaMurgia) June 26, 2019
“Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”. In 14 gg nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati”, ha detto Rackete, annunciando di volersi dirigere verso il porto di Lampedusa.
Cosa rischia? In base al decreto sicurezza bis, la nave potrebbe essere sequestrata, e al capitano della nave potrà essere comminata una multa di 50mila euro. La capitana potrà essere accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione per delinquere.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, intanto, ha commentato con parole durissime la decisione della Sea Watch, dicendosi pronto a schierare la forza pubblica per impedire alla nave della ong di attraccare al porto di Lampedusa.
“Mi sono rotto le palle”, ha concluso poi Matteo Salvini.
La capitana Carola Rackete (qui il suo profilo) aveva già fatto sapere che la sua intenzione era quella di forzare il blocco.
A bordo dell’imbarcazione vi sono 42 migranti, tra cui tre minorenni di 11, 16 e 17 anni, alcuni dei quali nella giornata di martedì 25 giugno avevano lanciato un appello, pubblicato sul profilo Facebook della Sea Watch.
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