Sea Watch, Carola Rackete alla tv tedesca: “Berlino ci disse che dovevamo registrare i migranti in Italia”
La ex capitana della Sea Watch Carola Rackete parla per la prima volta alla tv tedesca Zdf in Germania e rivela nuovi particolari sull’attracco della nave a Lampedusa tra il 28 e il 29 giugno con 40 migranti a bordo.
Secondo la giovane tedesca, la Germania ha avuto una grossa responsabilità nella decisione di far sbarcare i migranti in Italia: “Quello che è interessante nel nostro caso è che, un giorno dopo che avevamo fatto il salvataggio, la città di Rottenburg si era dichiarata pronta a prendere i fuggiaschi. La città del Baden-Wuerttemberg era pronta anche a mandare un bus finanziato da donazioni. Questo avrebbe dovuto essere permesso”. Questa soluzione non fu possibile perché “il ministro dell’Interno tedesco (Horst Seehofer) insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere dal primo giorno”, ha riferito al programma durante un’intervista del 7 agosto con la giornalista Dunja Hayali.
La falsa notizia della bufala
La notizia è stata bollata come “bufala” da molti giornali che si sono basati sulla versione scritta dell’intervista pubblicata dalla tv Zdf. In realtà nel testo scritto sono state omesse alcune frasi presenti nella versione orale del video da noi tradotta e ascoltabile con i sottotitoli in italiano all’inizio del presente articolo. Qui TPI ha spiegato nel dettaglio l’equivoco della bufala: “Non è una bufala, Carola ha detto proprio così: “Berlino ha insistito per registrare i migranti della Sea Watch in Italia”
La responsabilità dei paesi europei nei confronti dei migranti
Carola non sembra essersi pentita della decisione di salvare i migranti: “Le conseguenze mi erano chiare (…) ma abbiamo scelto quella che per noi era la priorità e per un capitano la priorità sono le persone a bordo della nave. Le condizioni di salute dei naufraghi erano molto peggiorate e i medici ci dissero che dovevamo attraccare in porto”.
La giornalista ricorda a Carola alcune sue affermazioni durante un’intervista al Bild del 15 luglio in cui affermava che nei lager libici e nelle mani degli scafisti c’erano “mezzo milione di persone da salvare”. “Non pensa che debba esistere un limite all’accoglienza?” le chiede la Hayali. E Carola risponde decisa: “No, a dire il vero”.
Dal pubblico arriva un applauso che le strappa un sorriso, la Capitana fa una breve pausa e poi riprende con la sua argomentazione: “La Germania e altri paesi europei hanno una responsabilità storica per la situazione attuale e per le strutture di potere che lì si sono create. Dobbiamo assumerci quindi la responsabilità di tirarli fuori dalla situazione in cui li abbiamo condotti”, afferma.
Molti in Germania non hanno condiviso la sua scelta e l’hanno accusata di favorire la fuga dei migranti e il business dei trafficanti. Ma anche a questa accusa la ex Capitana risponde prontamente: “Sarebbe interessante chiedere ai migranti stessi che cosa ne pensano di questa teoria. Chiedergli perché fuggono. Le storie che ho avuto modo di ascoltare in prima persona raccontano di violenze, di schiavitù, di stupri. Credo sia questo il motivo per cui fuggono”.
I progetti futuri di Carola Rackete
Poi arriva una domanda sul futuro. “Potrebbe prendersi fino a dieci anni di carcere e ci sarà una multa da un milione di euro per la sua nave. Ne è valsa la pena? Lo rifarebbe o ha intenzione di rifarlo in futuro?”, le chiede la conduttrice tv. “Abbiamo bisogno di navi che portino avanti i salvataggi. Statisticamente meno navi ci sono più persone muoiono e il programma Frontex vuole in questo momento aumentare i droni invece delle navi, ma i droni non possono salvare nessuno”, spiega Carola.
L’ultima domanda della giornalista non lascia spazio a giri di parole: “Partirà di nuovo?”. La risposta della Capitana è altrettanto secca: “Se manca un capitano e non c’è nessuno pronto a salpare, allora sì, partirò senza dubbio”.
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