Sea Watch capitana arrestata perché
Nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 giugno la Sea Watch 3 è attraccata senza autorizzazione al porto di Lampedusa con a bordo 40 migranti soccorsi al largo delle coste della Libia.
Subito dopo, la capitana della nave, Carola Rackete, 31 anni, è stata posta in arresto dalla Guardia di Finanza con l’accusa di di resistenza o violenza contro nave da guerra e tentato naufragio: qui abbiamo spiegato cosa rischia penalmente.
Come si vede nel video sopra, infatti, la Sea Watch, entrando in porto, ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza che era appostata lungo la banchina. Nella manovra di accostamento la nave, battente bandiera olandese e appartenente alla Ong tedesca Sea Watch, ha rischiato di schiacciare l’imbarcazione dei finanzieri.
“Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”, ha commentato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.
La Procura ha chiesto gli arresti domiciliari per la capitana Rackete, che ha indicato come domicilio in cui scontare la misura cautelare un’abitazione a Lampedusa.
La capitana è accusata di aver violato l’articolo 1100 del Codice della navigazione, che prevede una pena compresa fra i 3 e i 10 anni di reclusione. Ma le viene contestato anche il reato di tentato naufragio, previsto dagli articoli 110 e 428 del Codice penale, e sanzionato con la pena massima di 12 anni.
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