La vicenda Sea Watch 3 si è conclusa dopo 17 giorni di stallo nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 giugno. Nonostante il divieto imposto dalle autorità italiane, Carola Rackete, l’ormai famosa capitana della nave della Ong tedesca, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa con a bordo 40 migranti soccorsi al largo delle coste libiche.
Dopo l’attracco, la capitana è stata arrestata dalla Guardia di Finanza con l’accusa di “resistenza o violenza contro nave da guerra” [il riassunto della vicenda Sea Watch].
Ad attendere la nave sul molo di Lampedusa c’erano forze dell’ordine, operatori sanitari e una folla di cittadini e attivisti che da giorni attendevano lo sbarco dei migranti.
L’attracco della Sea Watch è stato accolto da un lungo applauso ma anche da fischi e contestazioni. Reazioni opposte che si sono avute nel momento in cui la capitana Rackete è scesa dalla nave, accompagnata dagli agenti della Guardia di Finanza che l’avevano appena arrestata.
Per lei, da un lato, applausi e frasi di incitamento e, dall’altro, fischi e cori come “venduta, venduta”.
La svolta sul caso Sea Watch è stata commentata anche dal vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Nave sequestrata e capitana arrestata, missione compiuta”, ha osservato il vicepremier.
Chi è Carola Rackete, la capitana della Sea Watch
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