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    Migranti, Sea Watch: “Torneremo subito in mare, ci sono troppe vite in pericolo”

    La nave Sea Watch 3
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 1 Giu. 2019 alle 18:25 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:36

    Sea Watch 3 dissequestro | Procura Agrigento | Migranti

    Sea Watch 3 dissequestro – “Da questo momento la Sea Watch 3 è libera e ci prepariamo a tornare il prima possibile in mare dove nei giorni scorsi e in queste ore sono numerose le notizie di persone in difficoltà, alcune ostaggio in mezzo al mare senza l’indicazione del porto sicuro”. A dirlo è la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi.

    “Le persone – spiega Linardi – continuano a partire e ad essere in difficoltà in mare ed è nostro dovere e responsabilità essere lì. Auspichiamo di ritornare in mare insieme alle altre navi delle ong ed insieme agli assetti militari che prima di noi hanno soccorso centinaia di migliaia di vite umane. Speriamo che ciò possa essere fatto ancora e non osteggiato dal Governo. Il Governo – aggiunge – si deve astenere da diffamazioni senza alcuna base legale”.

    Sea Watch 3: la ricostruzione del caso

    Sea Watch 3 dissequestro | La procura

    Oggi sabato 1 giugno, il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli hanno firmato il decreto di dissequestro della nave Sea Watch, al centro di un braccio di ferro fra magistratura e governo dopo lo sbarco, lo scorso 18 maggio a Lampedusa, di 47 migranti salvati in acque libiche.

    Conclusi accertamenti e perquisizioni sull’imbarcazione della Ong, ferma in porto a Licata, i pm hanno ritenuto cessate le esigenze probatorie. Il provvedimento, subito esecutivo, è stato notificato anche agli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, difensori dell’unico indagato, il comandante della nave Arturo Centore al quale si contesta il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

    Sea Watch 3 dissequestro | Cosa è successo

    Il 15 maggio la nave Sea Watch 3 ha soccorso 65 migranti in difficoltà al largo della Libia. Poche ore dopo, Matteo Salvini, vicepremier leghista e ministro dell’Interno, ha emanato una diffida alla nave ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane.

    Il 17 maggio le autorità italiane hanno autorizzato lo sbarco di 18 persone. Il giorno successivo, nonostante la diffida di Salvini, la nave è entrata in acque italiane ed è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Agrigento [in questo articolo abbiamo spiegato perché la nave è stata sequestrata].

    Nella serata del 19 maggio la Sea Watch 3 è sbarcata nel porto di Lampedusa, scatenando l’ira del vicepremier leghista.

    Da quel momento, è stato anche interrogato il  capitano della Sea Watch 3, Arturo Centore, finora unico iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo il soccorso prestato ad un gommone carico di migranti trasportato a Lampedusa.

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