“Se muoio è stata mia moglie”, il giorno dopo lo trovano morto: la donna a processo per omicidio
“Se domani mi trovano morto è stata mia moglie, chiama la polizia” è il messaggio che un 50enne di Torino aveva inviato all’amante, poche ore prima di morire. Il giorno dopo era stato trovato privo di vita nel suo appartamento in zona MIrafiori, dopo che la moglie aveva dato l’allarme.
I fatti, che risalgono all’aprile dello scorso anno, sono al centro di un processo che prenderà il via il 17 ottobre, dopo il rinvio a giudizio della moglie per omicidio, con l’accusa di aver strangolato a morte l’uomo fino a ucciderlo.
La morte di Treglia era stata inizialmente attribuita al tumore al cavo orale di cui era affetto da tempo. La malattia lo aveva costretto a diversi interventi chirurgici che gli avevano deformato il volto al punto che il medico legale non si sarebbe accorto di lesioni interne, giudicate dalla procura compatibile con il soffocamento per strangolamento.
Secondo il pm di Torino Paolo Cappelli, la donna avrebbe iniziato a maltrattare Treglia dopo aver scoperto il tradimento con una donna pugliese, con cui si sentiva spesso al telefono o i social network. “Ha cercato di strangolarmi”, le ha scritto una volta l’uomo, dopo che la polizia era dovuta intervenire per allontanare temporaneamente la donna da casa. “Sto prendendo botte”, aveva scritto il giorno successivo, poche ore prima che la moglie ne denunciasse la morte.